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"Il Governo Renzi taglia ancora le misure a sostegno dei lavoratori. Com'è noto la legge di stabilità per il 2014 aveva prorogato per l'anno corrente l'aumento della misura di integrazione salariale nel caso dei contratti di solidarietà". E' quanto si legge in una nota, diffusa oggi dalla Fiom Cgil Lombardia.
Con la proroga, spiega il sindacato, si era anche deciso di introdurre una diminuzione percetuale, così come previsto dall'art. 1, comma 186 della legge di stabilità, che stabilisce che l'integrazione base pari al 60% 'è aumentata nella misura del 10% della retribuzione posta a seguito della riduzione dell'orario, nel limite massimo di 50 milioni di euro per lo stesso anno 2014".
Per legge la misura dell'integrazione doveva essere elevata all’80% della retribuzione persa per via della riduzione di orario. Il trattamento complessivo pari al 70% è valido quindi fino al 31 dicembre 2014. Dal primo gennaio 2015 invece, come si legge nella legge di stabilità (Disegno di legge N. 2680, di cui si allega l'articolo specifico in questione), non ci sono fondi previsti per alimentare i contratti di solidarietà e allora la percentuale di integrazione si attesterà ancora sul parametro del 60%.
“Ed è una cosa estremamente grave – afferma Mirco Rota, segretario della Fiom Cgil Lombardia - che si propagandi esattamente il contrario. La domanda nasce spontanea: che fine ha fatto il fondo relativo ai contratti di solidarietà? Depotenziare i contratti di solidarietà significa favorire i licenziamenti, anziché favorire una riduzione degli orari di lavoro che ridistribuisce il lavoro tra tutti i lavoratori. Il premier non regge alla prova dei fatti: Renzi non sta estendendo gli ammortizzatori sociali ma li sta fortemente riducendo”.
Per il segretario delle tute blu lombarde: 'Qualora si verificasse un'ulteriore decurtazione dei fondi previsti per gli ammortizzatori sociali, come Fiom non potremmo che manifestare dissenso rispetto a questa ennesima stretta da parte del Governo”.
“Infatti, conclude Rota, Renzi a parole dice di voler garantire gli ammortizzatori sociali, in pratica taglia i contratti di solidarietà. Un bluff inaccettabile e a pagarne le spese sarebbero ancora una volta i lavoratori. Chiediamo interventi migliorativi rispetto al testo e ci auguriamo che al Senato il fondo venga ripristinato e che non ci siano ulteriori sorprese per la gente che lavora e sta soffrendo in prima persona per la crisi, a dispetto di quello che viene annunciato ogni giorno in pompa magna”.