"Si tratta di cifre insufficienti, al di sotto del triennio che abbiamo appena chiuso". Così Serena Sorrentino, segretaria generale della Funzione pubblica Cgil, commenta l'avvio oggi (martedì 13 novembre) del rinnovo dei contratti nazionali del pubblico impiego, nel corso dell'incontro a Roma tra sindacati e ministro della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno. I sindacati hanno evidenziato diversi nodi, tra cui quello delle risorse, che non sono sufficienti per concludere i contratti 2019-2021. "Al tavolo non c'è stato un vero confronto, ma solo un ascolto da parte del ministro", aggiunge Sorrentino: "Noi vorremmo, invece, aprire una trattativa. Siamo insoddisfatti sia per le risorse che sono insufficienti per i rinnovi contrattuali, ma anche per il turnover, che resta solo un'indicazione, in particolare per categorie come i medici".

Sul tema specifico del turn over, i sindacati hanno rilevato che "serve un piano straordinario di assunzioni per sanare blocchi di secoli e rispondere all'emergenza occupazionale". L'incontro, durato un paio d'ore, ha avuto come ordine del giorno gli stanziamenti in legge di bilancio, a partire dalle risorse per gli statali in scadenza di contratto con la fine del 2018. La manovra 2019 dedica vari articoli al tema della pubblica amministrazione e, in particolare, destina al rinnovo dei contratti 1,1 miliardi di euro per l'anno prossimo, 1,425 nel 2020 e 1,775 a decorrere dal 2021.

Serena Sorrentino ha anche riferito che "la ministra Bongiorno ha detto che in legge di Bilancio ci sarà una norma ad hoc sulla quota 100 per il pubblico impiego. Quindi ci sarà un trattamento differenziato per pubblico e privato". Una disparità di trattamento giudicata "inammissibile", anche per la "forzatura" di uno scenario che potrebbe avere quattro finestre per le uscite dei lavoratori privati e una sola per i dipendenti pubblici.

Infine, ha aggiunto, "rimangono sul tappeto i rinnovi dei contratti della dirigenza delle funzioni centrali, delle funzioni locali e del contratto dei medici e della dirigenza sanitaria che scioperano il 23 novembre, così come l'esigenza di liberare la contrattazione decentrata come strumento, attraverso interventi sulla produttività, per fare operazioni di valorizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori". Ultima questione posta: "Vorremmo sapere dal ministro Bongiorno se il percorso di confronto si esaurisce con oggi o se c'è modo e possibilità di continuare non solo sulla legge di bilancio ma su altre importanti partite. Come lo sono il tema della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e l'avvio del confronto sull'atto di indirizzo come primo passo verso la trattativa per i rinnovi contrattuali".

Le uscite con quota 100, secondo quanto detto dal ministro, potrebbero riguardare 146 mila dipendenti pubblici. Di questi "120 mila solo nella scuola", ha precisato il segretario generale della Flc Cgil Francesco Sinopoli, anche lui al tavolo, spiegando che "se escono tutti si farà fatica a coprire il buco con l'attuale platea di precari. Con il rischio di un'emergenza a cui non abbiamo capito quale sarà la risposta". In generale, ha detto, "riteniamo lo stanziamento in legge di stabilità assolutamente insufficiente per poter rinnovare i contratti. Una legge di stabilità che forza sulla spesa in deficit avrebbe dovuto mettere al centro l'aumento dei salari. Fondamentale che ci siano risorse per rivedere i profili professionali e per un adeguato sviluppo delle professionalità in tutti i settori della conoscenza, cosa che non appare possibile nell'attuale quadro. Serve un'accelerazione sull'apertura delle sequenze contrattuali del precedente contratto e sul rinnovo del contratto della dirigenza".

"Non c'è stato niente da valutare - ha sottolineato Antonio Foccillo, segretario confederale Uil -. ll ministro ha sottolineato l'impegno per il rinnovo dei contratti, ma non abbiamo fatto approfondimenti. Le risorse stanziate non soddisfano le nostre richieste. Inoltre sarebbe necessario un piano straordinario di assunzioni, per far fronte alle carenze di personale per i molti anni del blocco del turnover".

Così il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga: "È positiva la ripartenza del confronto. C'è una prima posta che non consente però un rinnovo al pari del triennio scorso, chiuso con un aumento del 3,48% contro un 2% ad oggi. Le risorse non sono sufficienti. Il turnover va bene ma da solo non basta. Non abbiamo parlato della quota 100, ma abbiamo ribadito che i dipendenti pubblici non possono essere penalizzati. Positivo che si stia riprendendo a discutere - ha concluso -, ma c'è la necessità di un confronto più strutturato''.