PHOTO
L'accordo politico per lo sblocco del rinnovo del contratti del pubblico impiego, fermi da oltre sette anni, è composto da 4 capitoli. I punti salienti sono un aumento del salario di 85 euro medi mensili, incentivi legati al tasso di presenze, lotta all'assenteismo e al precariato. La contrattazione ritorna al centro del dibattito con il superamento della Legge Brunetta. L'accordo quadro varrà per tutti i comparti pubblici, compresa la scuola, come chiesto dai sindacati, e sulla parte normativa prima dovrà essere raggiunta un'intesa con le Regioni, come stabilito dalla sentenza della Consulta di venerdì scorso.
LEGGI ANCHE Il testo integrale dell'accordo
Camusso: fatto un buon lavoro
L'intesa tra governo e sindacati
Il vertice decisivo | Fotogallery
Cgil Cisl Uil Medici: sciopero sospeso
Ecco le principali novità:
Contrattazione più forte
Il governo si impegna alla definizione di un intervento legislativo volto a promuovere il riequilibrio, a favore della contrattazione, con la modifica della Legge Brunetta e della cosiddetta 'Buona scuola'. L'esecutivo si impegna anche a rivedere il rapporto tra legge e contrattazione, privilegiando la fonte contrattuale come luogo naturale per la disciplina del rapporto di lavoro. Il ricorso all'atto unilaterale da parte della P.a sarà limitato ai soli casi in cui ci sia stallo nelle trattative, con conseguente pregiudizio all'azione amministrativa. Dunque le parti sono chiamate a trovare ulteriori ambiti di esercizio della partecipazione sindacale.
I lavoratori motore della Pa
I lavoratori vengono definiti il motore del buon funzionamento della pubblica amministrazione. Il settore pubblico, si specifica, ha bisogno di una profonda innovazione, bisogna quindi mettersi al fianco e non al di sopra di cittadini e imprese. Le amministrazioni dovranno porsi obiettivi trasparenti e che migliorino concretamente la qualità dei servizi. Serve dunque un percorso condiviso che segni una discontinuità con il passato. Il governo si impegna inoltre ad attuare l'accordo in tutti i settori pubblici e a raggiungere un'intesa con le Regioni.
Aumento medio non inferiore agli 85 euro
Il fondo per la P.a previsto in manovra destinerà la quota prevalente al rinnovo dei contratti, per incrementi contrattuali in linea a quelli riconosciuti mediamente ai lavoratori privati, e comunque non inferiori a 85 euro mensili medi. Le parti, nella contrattazione, nell'intento di ridurre la forbice retributiva, valorizzeranno i livelli retributivi che maggiormente hanno sofferto la crisi economica e il blocco della contrattazione. Saranno poi evitate penalizzazioni per chi ha già diritto al bonus di 80 euro, una platea che per il ministero ammonta a circa 200 mila persone.
Premi legati alle presenze
Le parti si impegnano ad individuare, con cadenza annuale, criteri per misurare l'efficacia delle prestazioni delle amministrazioni e la loro produttività collettiva con misure contrattuali che incentivino più elevati tassi medi di presenza. Verranno introdotti strumenti di monitoraggio delle carenze, superamento della spesa produttiva e del precariato. Ulteriore obiettivo è il miglioramento della conciliazione vita-lavoro. Il Governo si impegna inoltre a sostenere l'introduzione di forme di welfare contrattuale, di fiscalità di vantaggio per la produttività.
Monitoraggio e lotta al precariato
Le parti promuovono un osservatorio della riforma della pubblica amministrazione, che ne monitori gli effetti e contribuisca alla sua attuazione. Grande attenzione è stata annunciata per il reclutamento del personale e per eliminare forme di precariato.
Cosa succede adesso
Ora la parola passa all'Aran, a cui il ministro Madia invierà l'atto di indirizzo. Saranno poi i singoli tavoli all'Aran a dettagliare le norme per ognuno dei 4 comparti. Sulla parte normativa ci dovrà prima essere l'intesa con le Regioni.