“Noi volevamo salvaguardare con il contratto nazionale il salario reale dall’inflazione e premiare salari e produttività con quello aziendale, e abbiamo trattato con spirito innovatore e volontà di trovare un accordo”. Lo ha detto ieri il segretario confederale della Cgil, Agostino Megale, dopo l’intesa separata di Palazzo Chigi sulla riforma del modello contrattuale.

Il risultato di questo accordo, a giudizio di Megale, è molto diverso dalle aspettative della Cgil: “Il salario reale perderà terreno, visto che il parametro inflazionistico di riferimento è un’inflazione depurata dall’energia, e se il petrolio riparte sarà una catastrofe. C’è qualche incentivo per i contratti di secondo livello, ma nessuna loro reale estensione nelle aziende in cui non si fa”.

“Bonanni e Angeletti – conclude Megale – dovrebbero riflettere: chiedono al governo di mantenere e accrescere i salari reali, e invece hanno firmato un’intesa che rischia di alleggerire le buste paga. Che gli piaccia o no”.

» Contratti: Megale (Cgil), rischio è buste paga più leggere