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Sono molte le trattative in corso in questi giorni per il rinnovo dei contratti collettivi di lavoro. Tra tutti spiccano quelli del commercio e dei metalmeccanici, ma quella che stiamo vivendo è anche la stagione della piattaforma unitaria elaborata da Cgil ,Cisl e Uil per rinnovare il quadro delle relazioni industriali in Italia. A parlare di tutti questi temi è stato Franco Martini, segretario confederale della Cgil, ai microfoni di Italia Parla su RadioArticolo1.
“Per quanto riguarda il commercio, dopo due scioperi unitari e la rottura, sono riprese le trattative tra i sindacati e Federdistribuzione, che rappresenta le grandi imprese del settore – ha detto Martini -. Da lunedì si torna a sedersi al tavolo, un segno che la mobilitazione dei lavoratori ha funzionato. D'altra parte, però, il presidente di Federdistribuzione Cobolli Gigli ha presentato proprio ieri un bilancio della spesa natalizia non certo entusiasmante, dovuto di certo alla stagnazione strisciante da cui non riusciamo ad allontanarci. Ma non possono pensare di risolvere queste difficoltà sfruttando ulteriormente i salari di chi lavora. Hanno avanzato una proposta che punta a prosciugare tutte le forme salariali dirette e indirette, mentre questi sono proprio i settori nei quali possiamo agire sulle due leve: il contratto nazionale e il secondo livello. Solo così potremmo connettere la politica dei salari con gli obiettivi di incremento della produttività”.
C'è poi la spinosa questione del salario che riguarda la trattativa dei metalmeccanici per il loro rinnovo. “Qui – ha continuato il segretario di Corso d'Italia - stiamo procedendo verso punti cardinali opposti. Noi riproponiamo una funzione del contratto nazionale che eserciti un ruolo di tutela e di miglioramento delle condizioni, anche economiche, di tutti i dipendenti. La proposta di Federmeccanica, invece, di fatto nega questa funzione. Non si può chiedere ai sindacati di rinnovare uno strumento universale come il contratto nazionale solo per una parte minoritaria degli interessati. In questo modo, infatti, si produrrebbe uno schiacciamento della media salariale generale, mentre il welfare aziendale non può diventare uno strumento alternativo al salario”.
Sul fronte della contrattazione, tra l'altro, i sindacati hanno avanzato una proposta unitaria per ridisegnare le relazioni sindacali. Una proposta alla quale solo Confindustria non ha risposto formalmente. “Il testo firmato insieme da Cgil, Cisl e Uil – ha continuato Martini – è stato però accolto positivamente da tutte le altre associazioni datoriali, che hanno risposto in maniera formale. Viale dell'Astronomia, invece, ha solo commentato la bozza,. Evidentemente, lo hanno letto con la pancia e non con la testa. Altrimenti non l'avrebbero bocciato così. Il confronto, in ogni caso, partirà già nei prossimi giorni. Il primo incontro in agenda è il 3 di marzo con Confapi, guarda caso con chi rappresenta le imprese minori, imprese non malate di protagonismo e con una forte proiezione sul territorio”.
Il tema del confronto con le associazioni datoriali però s'intreccia inevitabilmente con quello dei diritti universali sanciti dal Nuovo Statuto che la Cgil sta discutendo con i propri iscritti. “Quello che abbiamo messo in campo - ha concluso Martini - non è il prodotto di una svolta dell'ultima ora. Attorno al tema della ricostruzione di un nuovo sistema di diritti nel mondo del lavoro la Cgil ha impostato gli ultimi due congressi. E' quindi un approdo consapevole e maturo. Insomma, il sindacato ha capito che se non introduce al suo interno delle forti innovazioni che gli permettano di rappresentare tutto il mondo del lavoro rischia di essere destinato alla marginalità. La Cgil sta lavorando per costruire oggi un sindacato che consegneremo alla generazione dei sindacalisti di domani. Stiamo lavorando per il futuro”