"La firma del cosiddetto accordo separato del 22 gennaio sulle regole della contrattazione è inutile perché l'accordo non è applicabile". Lo sostiene Alfonso Gianni, esponente di Sinistra e Libertà ed ex sottosegretario allo Sviluppo economico, secondo il quale "è infatti una contraddizione in termini un accordo che si propone di fissare delle regole per avviare e concludere la contrattazione tra le parti sociali, ma che in partenza esclude il sindacato maggiore e quindi più rappresentativo".

Per di più, aggiunge l'ex sottosegretario, l'accordo "non tiene conto neppure di un referendum negativo cui hanno partecipato oltre 3 milioni e mezzo di lavoratori. Le regole - osserva ancora Gianni - sono efficaci solo se sono condivise o quantomeno non si propongono di escludere il soggetto più importante".