"Con il nuovo modello di contratto non ci sarà più recupero per l'inflazione reale. Questo è il punto di maggior preoccupazione per il salario di tutti i lavoratori". E' quanto dichiara Fulvio Fammoni, segretario confederale CGIL, commentando dai microfoni di "RadioArticolo1" gli incontri di ieri pomeriggio a Palazzo Chigi, che si sono chiusi con la firma di un accordo quadro separato per la riforma del modello contrattuale, senza l'assenso della Cgil.
"Inoltre - prosegue Fammoni - si è a lungo parlato dell'estensione della contrattazione di secondo livello e invece nel testo non c'è niente. Mentre è prevista la possibilità di derogare ai diversi livelli di contrattazione rispetto alle norme previste dai contratti nazionali di lavoro. Inoltre non c'è parità di regole tra lavoratori pubblici e lavoratori privati e si perde l'unicità del modello contrattuale nel nostro Paese, una vera ricchezza per il movimento dei lavoratori nel nostro Paese".
Riguardo alle misure anticrisi, al centro del primo dei due tavoli convocato ieri a Palazzo Chigi, Fammoni sottolinea:"In una giornata in cui sono state convocate le parti sociali e le Regioni non c'è stato nessun atto concreto del governo per fronteggiare la crisi: si continua a perdere tempo". "Le stime di tutti - prosegue il dirigente sindacale - indicano un 2009 con centinaia di migliaia di disoccupati e cassintegrati e si continua a non prevedere risorse per queste emergenze. Tutti sanno che in una fase di crisi e di recessione le priorità dovrebbero essere non chiudere le imprese e non perdere lavoro. E invece il governo che cosa fa? Una riforma, o meglio una 'controriforma' della contrattazione, sbagliata nel merito e nel metodo che crea un contenzioso e aprirà un inevitabile conflitto sociale in un momento nel quale, al contrario, servirebbe il massimo di unità nel nostro Paese". "Non solo: adesso in parecchi cominciano a lamentarsi che le misure del governo sono insufficienti per affrontare la crsi ma il decreto 185 la prossima settimana verrà approvato nel suo testo originario: ma allora perchè quando la CGIL ha contestato questi provvedimenti, prima e dopo lo sciopero del 12 dicembre, nessun altro si è unito alle nostre iniziative? Oggi la Confindustria dice che le risorse stanziate dal governo sono insufficienti? Noi lo diciamo da mesi. Un'azione coerente di tutti forse avrebbe portato a qualche risultato".
"La Cgil - conclude Fammoni - terrà alto il profilo delle iniziative sulla crisi e in queste ore stiamo discutendo anche su come reagire ad un atto molto grave che è quello della firma separata che esclude la più grande e rappresentativa organizzazione sindacale del Paese".
Ascolta l'intervista
Contratti, Fammoni: non ci sarà più recupero per l'inflazione reale
23 gennaio 2009 • 00:00