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La contrattazione di sito è il progetto europeo avviato a dicembre 2013 da Filcams Cgil, Fillea Cgil, Agenquadri, Comisiones obreras e Istituto Ideas (emanazione del sindacato irlandese Siptu) Eurocadres e Uniglobal union: “Lo sviluppo della contrattazione di sito in un’ottica di responsabilità sociale d’impresa e del territorio: le sfide per il sindacato”.
"Un’esperienza importante – secondo Maria Grazia Gabrielli, segretario generale della Filcams Cgil –, intervenuta alla giornata conclusiva del progetto: “un tema, la contrattazione di sito, che ancora non ha raggiunto la sua piena maturità, ma che, nonostante le difficoltà, sappiamo che potrà avere una gran forza. Perché nei luoghi fisici dove si contratta, ospedali, fiere, centri commerciali, c’è anche più legalità.”
“Può essere un modello importante – prosegue la dirigente sindacale –, una forma molto più vicina alle attuali realtà lavorative frammentate, caratteristica dei settori della Filcams. È aumentato, infatti, il lavoro parcellizzato, esternalizzato e discontinuo, ed è sempre più difficile per le organizzazioni sindacali, riuscire ricomprendere e rappresentare le tante e diverse figure professionali. È indispensabile quindi riunificare il mondo dei lavoratori e dei contratti attraverso una contrattazione di sito e di filiera, che possa rispondere meglio alle esigenze di imprese e lavoratori coinvolti, che, pur appartenendo a settori diversi, hanno in comune tanti elementi“.
“Elaborare un modello inclusivo – afferma Massimo Mensi, della Filcams nazionale, che ha seguito il progetto durante tutto il percorso –. Inclusione secondo due dimensioni, quella geografica e quella temporale, con tutti i soggetti che 'vivono' sul sito, sito diversamente definito. Il framework comune dovrà essere la vita dei lavoratori, superando i concetti sinora utilizzati e stereotipati”.
Soddisfazione per il progetto anche da parte di Uni Global Union che ha avviato una riflessione sui cambiamenti del mondo del lavoro, dalla digitalizzazione all’informatizzazione. "In particolare – dice Pav Akhtar, responsabile del settore manager e professionisti –, Uni global union sta basando le proprie attività, tenendo conto di quattro obiettivi: assicurare e migliorare le condizioni di lavoro e il salario; creare lavoro di qualità; essere parte attiva di un cambiamento che costruisca un sistema economico alternativo che rispetti le persone, i prodotti e l’ambiente; cercare di far capire che quello che è buono per le organizzazioni sindacali è buono per le aziende".
Il progetto ha anche evidenziato l’importanza di trovare una sinergia tra le categorie, con un ruolo centrale della confederazione: “Dentro un progetto di riorganizzazione della contrattazione, dobbiamo riuscire a capire che ci sono sempre più luoghi dove la suddivisione classica per categorie non è più sufficiente – è il commento di Fabrizio Solari, segretario confederale Cgil –. Ma dobbiamo recuperare una dimensione territoriale o di filiera che metta insieme i tanti e diversi lavori. Un progetto che, grazie alla collaborazione di partner spagnoli e irlandesi, è stata una buona opportunità di riflessione anche per il sindacato italiano, per una riflessione sull’attuale realtà e sul futuro. E, in occasioni come queste, è utile contaminarsi e farsi contaminare".