I morti sul lavoro continuano ad aumentare, proprio ieri l'ultima tragedia. Un operaio di 56 anni è deceduto martedì 3 aprile a Marghera (Venezia), dopo essere stato travolto da un camion uscito da un deposito. L'incidente è avvenuto in via Righi, direttrice stradale della zona industriale di Marghera, dove si stanno effettuando lavori di asfaltatura. Secondo la ricostruzione, il lavoratore sarebbe stato schiacciato da una ruota del mezzo pesante che stava uscendo da un'azienda. Il guidatore del mezzo, 36enne, non si sarebbe accorto dell'uomo né dell'incidente, arrestandosi solo in un secondo momento. Sul posto sono subito intervenuti medici del Suem, vigili del fuoco e gli ispettori dello Spisal.

"Serve un cambio culturale, la tutela delle persone non è un costo". Questa la prima reazione dei sindacati, Cgil, Cisl e Uil di Venezia, in una nota congiunta. Si tratta del secondo incidente mortale in provincia di Venezia dall'inizio dell'anno. "Non è il numero però quello che conta - a loro avviso -, ma il fatto che un’altra persona non torna a casa al termine della propria giornata lavorativa. E da quando la crisi ha abbassato un po’ il suo mordere e si è ripresa una seppur piccola dinamicità ogni giorno leggiamo di morti e infortuni gravi, leggiamo di non rispetto delle norme di sicurezza, della continua rincorsa del lavoro a ogni costo senza una minima garanzia e tutela".

L'indignazione non basta più, secondo i sindacati. "È il momento di dar vita ad un vero percorso che costruisca nel Paese una cultura radicata della sicurezza sul lavoro, che faccia superare l’idea che la salvaguardia delle persone sono solo costi e che invece porti alla consapevolezza che si tratta di elementi di civiltà e tutela. Servono nuovi e non comprimibili investimenti in innovazione e formazione, in tema di salute e sicurezza che non possano essere aggirati dalle pratiche degli appalti sempre più al ribasso, dall’utilizzo di manodopera in nero, dagli scarsi controlli". Cgil, Cisl e Uil hanno deciso che "che questo è il tema che caratterizzerà tutte le iniziative che verranno organizzate sul territorio nazionale per celebrare il 1° Maggio, a partire proprio dalla manifestazione nazionale che si svolgerà a Prato".

La tragedia di Pasqua: due morti in fabbrica

Proprio nel giorno di Pasqua un incidente mortale è avvenuto in un'azienda di mangimi a Treviglio (Bergamo), costando la vita a due lavoratori. Le vittime si chiamavano Giambattista Gatti e Giuseppe Legnani. “Anche nel giorno di Pasqua, purtroppo, si lavora e si muore.  L’incidente avvenuto questa mattina in un’azienda di mangimi a Treviglio nel Bergamasco, che è costato la vita a due operai, conferma  la preoccupante inversione di tendenza sul versante della sicurezza nei luoghi di lavoro, che si registra ormai da alcuni mesi. È tempo che tutti, a partire dalle istituzioni, facciano la loro parte". Così la Cgil, in una nota per commentare l'accaduto. “Siamo vicini ed esprimiamo il nostro cordoglio – ha aggiunto – alle famiglie che hanno perso i lori cari e ai loro colleghi. Chiediamo che venga al più presto fatta chiarezza sui motivi dell'incidente e che eventuali responsabilità e negligenze siano colpite con il massimo rigore”.

I sindacati saranno parte civile

Dopo il dolore e i messaggi di cordoglio, i sindacati decidono di costituirsi parte civile. “Siamo pronti, insieme a Cgil, Cisl e Uil, a costituirci parte civile nel processo”, hanno annunciato Martina Dini della Flai Cgil e Giovanni Locatelli di Fai Cisl provinciali. “Nel giorno dei funerali delle due vittime, quando la data verrà fissata, proclameremo un’ora di sciopero in solidarietà e di denuncia, e per permettere a tutti i colleghi di partecipare alle esequie”. In questo 2018 "sono già troppe le morti sul lavoro e gli infortuni gravi invalidanti accaduti nella nostra provincia. Chiediamo che il Protocollo appena firmato in Prefettura entri subito in vigore e, nel coinvolgere tutti i soggetti, subisca un’accelerazione e produca effetti prima possibile – tornano a ripetere i sindacali –. Non ci potremo mai definire un paese civile mentre contiamo anche solo un morto sul lavoro".

Anno record per le morti sul lavoro

Salgono a 152 i lavoratori morti sui luoghi di lavoro nel 2018. Lo si apprende dall'Osservatorio indipendente di Bologna, che da dieci anni monitora gli infortuni mortali. Un numero notevolmente superiore rispetto ai 113 dello stesso periodo del 2017. L'anno scorso i morti sui luoghi di lavoro, sempre secondo l'Osservatorio, sono stati 632. Con 20 morti è il Veneto la Regione che conduce la triste classifica, segue la Lombardia e poi Piemonte. Milano, con 8 decessi, è la la provincia con più morti sul lavoro, seguono due province venete, Treviso e Verona con 7 morti.

Quello di Bergamo è il terzo caso di morti multiple nel 2018: il 20 marzo due vigili del fuoco sono morti di Catania, mentre il 28 marzo due lavoratori sono morti nel Porto di Livorno. I due vigili del fuoco sono morti, ed altri due sono rimasti gravemente feriti, in un appartamento nel centro storico di Catania. La squadra dei pompieri era intervenuta in via Garibaldi in seguito alla segnalazione di una fuga di gas. Prima ancora di poter intervenire, i quattro pompieri che si stavano avvicinando alla porta sono stati travolti dalla violentissima esplosione.

Anche i due operai di Livorno sono stati travolti ed uccisi da una esplosione: stavano concludendo le operazioni di svuotamento del serbatoio 62, contenente acetato di etile, nella zona industriale del porto di Livorno. Secondo l’ultimo report relativo al 2017, il 20% delle vittime sono agricoltori schiacciati dal trattore. Ma a morire più di tutti sul lavoro sono gli edili: la maggior parte di loro sono vittime di cadute dall’alto, in particolare da tetti e impalcature.

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Tag: tutti gli incidenti sul lavoro