Politica, lotta alla criminalità organizzata, necessità di un’amministrazione trasparente, ritorno al territorio, processi di educazione, alfabetizzazione, integrazione, accoglienza e inclusione sociale. Uso della cultura per trasmettere messaggi improntati all’etica e alla valorizzazione delle bellezze e delle risorse del Paese. In uno spirito di condivisione e di confronto, i ragazzi provenienti da Avellino e da Bologna - insieme ai pensionati dello Spi Cgil Reggio Emilia – hanno partecipato a una giornata densa di significato e ricca di contenuti che si è svolta, ieri, all’interno del programma del Laboratorio di Riace 2014 “Diritti, legalità e immigrazione” promosso da Cgil Rc-Locri, Spi Cgil Rc-Locri, Flai Cgil Rc-Locri, Arci-Comitato territoriale Rc e Libera e che si svolgerà sino al 2 agosto prossimo presso il Paese dell’Accoglienza.
Una giornata distinta in due momenti: prima, al Frantoio delle Idee a Cinquefrondi; poi, a Polistena, presso il poliambulatorio di Emergency. Il gruppo del campo-laboratorio ha visitato non solo il Frantoio, nato circa sei mesi fa, dall’idea dei volontari di “Rinascita per Cinquefrondi” associatisi poi con Arci – Comitato provinciale Rc, ma hanno preso parte attivamente anche al confronto dibattito con Daniele Prudente, presidente del Frantoio delle Idee; Totò De Mujà, rappresentante del gruppo Frantoio delle idee insieme a altri ragazzi del circolo; Emiliano Barbucci (Arci-Comitato territoriale Rc); Salvatore Lacopo (Segretario Generale Spi Cgil Rc-Locri); Debora Franco (Segreteria Flai Cgil Rc-Locri); Domenico Mandarano (Segretario Generale Flai Cgil Rc-Locri).
“Il Frantoio – ha detto Prudente – nasce con l’intento di rendere fruibile e accessibile a tutti uno spazio creativo: una <<piazza coperta>> dove poter socializzare, avviare dei confronti, fare attività di formazione e di informazione. Un laboratorio di sperimentazione e di fecondità artistica per dare voce a chi non ce l’ha; per dare un palcoscenico a ogni forma di arte oltre che al teatro. Per la realizzazione di tutto questo, dobbiamo ringraziare i volontari che ci hanno donato strumenti e oggetti gratuitamente e i commercianti del paese e dei comuni limitrofi che hanno collaborato con noi, sostenendoci”.
Un sostegno che è continuato nel corso di questi mesi e che ha permesso al Frantoio di crescere, di essere in contatto non solo con il territorio ma anche con altre realtà artistiche dell’Italia che hanno abbracciato il cuore dell’idea di questo luogo: “E’ un bene comune. È un luogo – ha spiegato De Mujà- dove si fa cultura e attraverso cui si trasmettono messaggi importanti che parlano di sana amministrazione e di buone pratiche di politica. Un posto dove la Cultura scende in campo, diventando strumento della comunità”.
Il Frantoio è, infatti, sia un vero e proprio teatro con palco e platea, sia uno spazio culturale aperto, in cui può collaborare chiunque voglia esprimersi attraverso l’Arte: ci sono stati spettacoli teatrali, concerti, incontri, corsi per insegnare ai più piccoli l’arte del burattinaio. Cultura come veicolo di informazioni e mezzo di formazione. Anche ad Avellino così come a Bologna, esistono queste realtà. Ciò è emerso nel corso del confronto: “Anche a Reggio Emilia – ha affermato la signora Angela (pensionata Spi Cgil Reggio Emilia) – esistono luoghi come questo, che sono espressione di un bisogno: un bisogno fatto di atti concreti; di socialità e di condivisione”.
La seconda parte della giornata si è svolta, poi, presso il poliambulatorio di Emergency, dove si è tenuta un’iniziativa congiunta tra i ragazzi e le ragazze che - con i volontari e le volontarie dello SPI e della CGIL - nel campo di Polistena e nel laboratorio di Riace stanno operando in questi giorni. Un momento di confronto e di testimonianze importanti non solo da parte dei rappresentanti di Emergency che hanno raccontato le difficoltà che affrontano nella Piana di Gioia Tauro e le battaglie che portano avanti, ma anche da parte del Sindacato rappresentato da Jean Renee Bilongo (Dipartimento immigrazione Flai Cgil Nazionale). Inclusione sociale, accoglienza, integrazione. Lotta allo sfruttamento, al caporalato e alla ghettizzazione. L’imprescindibile urgenza che gli immigrati conoscano davvero i propri diritti.
Una visione globale contro un sistema che ha trasformato lo straniero in un clandestino, che ha ridotto il diritto all'asilo politico, che ha aggravato il divieto d'ingresso agli "immigranti economici", espropriandoli di fatto della propria dignità e del proprio valore. Tutto ciò non è una strategia nei riguardi del fenomeno dei profughi, ma solo l'assenza di una strategia e di una Politica in grado di affrontare con umanità e moralità una questione che è, ormai, una questione europea.
Continua il Campo-laboratorio Riace 2014
Dal Frantoio delle Idee al Poliambulatorio di Emergency
1 agosto 2014 • 00:00