È iniziato ieri il terzo congresso nazionale dell’Ugl, il sindacato nato al posto della Cisnal. Il congresso partito ieri e che finirà domani sancirà l'elezione vera e propria del delfino di Renata Polverini, Giovanni Centrella, subentrato all’attuale presidente della Regione Lazio alla metà del secondo mandato di quest’ultima. “Avellinese, ex operaio alla Fiat di Melfi, Centrella non ha molto da spartire con i suoi predecessori – scrive oggi l’Unità –. Cattolico e moderato, ha subito puntato tutto sull'unità sindacale. Dalla firma (in un'altra stanza e qualche minuto dopo gli altri) dell'accordo interconfederale con Confindustria del 28 giugno e grazie ‘all'amico Raffaele’ Bonanni, l'Ugl ha trovato posto, prima, al fianco di Cisl e Uil, e poi, anche alla Cgil nei momenti (altalenanti) di ritrovata unità dell'ex ‘triplice’.

Nei due mesi di tavoli sulla riforma del lavoro (‘la parola mercato è brutta, fa pensare che le persone sono merci’), Centrella è diventato un personaggio. In conferenza stampa è sempre in sintonia con Susanna Camusso e, da destra, scavalcava a sinistra Bonanni e Angeletti”. “Ieri – racconta Massimo Franchi – è stato osannato dai suoi mille delegati quando, non seguendo il te sto scritto del suo discorso, ha ammesso: ‘Sull'articolo 18 ho cambiato idea’. Spiegando dopo: ‘Su questo si è determinata una spaccatura delle organizzazioni sindacali, che mi auguro possa essere sanata, arrivando ad una soluzione condivisa da tutti, compresa la Cgil, come stiamo facendo con le pensioni’. E ancora: ‘Le modifiche che non siamo riusciti ad ottenere al tavolo, ci auguriamo le facciano le forze politiche in Parlamento. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, ma siamo anche pronti a manifestare, come ha deciso di fare la Cgil’”.