PHOTO
Sono fallite le trattative fra Condotte, il terzo gruppo di costruzioni italiano, e il fondo Oxy Capital. Un esito che rende "concreto e imminente il rischio di uno scenario disastroso che comporterebbe la perdita di 3 mila posti di lavoro". Il futuro della società è sempre più in pericolo: i sindacati hanno proclamato tre giorni di sciopero, da oggi (lunedì 2 luglio) a mercoledì 4, giorno in cui si terrà anche un presidio al ministero (a partire dalle ore 9), dove si svolgerà alle ore 11 un nuovo incontro tra governo, azienda e rappresentanti dei lavoratori.
"In questo contesto difficile ci saremmo aspettati un gesto di responsabilità da parte della proprietà, con la conseguente attivazione delle procedure per l’ammissione all’amministrazione straordinaria", scrivono in una nota Fillea Cgil, Feneal Uil e Filca Cisl: "Prendiamo atto invece che la proprietà in queste ore sta valutando l’attivazione di strumenti che non mirano alla salvaguardia del complesso industriale e dei livelli occupazionali, che per la dimensione rappresentano interessi collettivi per l’intero Paese".
Per queste ragioni nei giorni scorsi Fillea, Filca e Feneal nazionali, dopo aver chiesto al ministero dello Sviluppo economico la verifica dei requisiti per l’accesso alla cosiddetta "legge Marzano", hanno scritto alla proprietà e al Tribunale di Roma chiedendo l’attivazione urgente della procedura. "Riteniamo che un'azienda come Condotte, con un portafoglio lavori che ammonta a circa 6 miliardi di euro e un know how tra i principali nel settore delle costruzioni sia in Italia sia all’estero, possieda tutte le carte in regola per proseguire la propria storia industriale, scongiurando il blocco di importanti interventi infrastrutturali necessari per lo sviluppo del Paese".
Fillea Cgil, Feneal Uil e Filca Cisl, dunque, si aspettano che "il Comitato di gestione deliberi risolutamente, dimostrando responsabilità, per l’amministrazione straordinaria. Diversamente non sussisterebbero strumenti volti a tutelare l’occupazione anche attraverso il ricorso ad ammortizzatori sociali". Per gli interessi in gioco "e per l’urgenza di un intervento immediato - concludono i sindacati - a tutela di un patrimonio collettivo, auspichiamo un ruolo attivo delle autorità giudiziarie competenti".