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Eurallumina: la Regione Sardegna ha convocato la conferenza dei servizi per la ripresa delle produzioni nella fabbrica di Portovesme. Ci sono voluti otto anni di mobilitazione per portare a un tavolo di confronto tutte le parti interessate al riavvio dello stabilimento di allumina. La conferenza è stata convocata dal servizio Valutazioni Ambientali dell’assessorato regionale all’Ambiente, congiuntamente all’area Ambiente della Provincia Sud Sardegna.
Così, il 30 e il 31 gennaio, a Cagliari, dovrebbe chiudersi l’iter delle autorizzazioni per il rilancio del primo anello della produzione italiana del prezioso metallo. All’incontro, che è stato convocato dall’assessore Donatella Spano, saranno presenti tutte e 23 le parti interessate: istituzioni, enti pubblici e le varie agenzie chiamate a decidere sul futuro dei lavoratori dell’Eurallumina e dell’indotto.
Un importante pezzo dell’economia del territorio e dell’intera isola, fermo da oltre un lustro. La lotta delle maestranze non si è mai interrotta. A partire dal lontano 29 marzo 2009, quando furono fermati gli impianti, le “tute verdi” hanno calcato tutte le strade possibili, coinvolgendo tutti i livelli della politica e delle istituzioni. Dopo una serie di impegni avviati all’indomani della sottoscrizione dell’addendum al protocollo d'intesa, ratificato il 22 novembre 2013 dal ministero dello Sviluppo economico, l’Eurallumina, con il benestare dell’azionista russo (Rusal), il 10 Luglio 2014 ha presentato alla Regione sarda il progetto per il riavvio produttivo dell’impianto.
Da quel giorno, le 400 “tute verdi” hanno iniziato una lunga ed estenuante azione di coinvolgimento attivo delle parti interessate, con presidi, sit-in, manifestazioni pacifiche nelle sedi istituzionali interessate. Una lotta che ha impegnato la rappresentanza unitaria dello stabilimento e le organizzazioni sindacali nella difesa del progetto che prevede la realizzazione di un cogeneratore di energia elettrica e a vapore, l’adeguamento dell’impianto di raffinazione della bauxite per la produzione dell’allumina, minimizzando gli impatti ambientali, e l’ampliamento del bacino dei fanghi reflui del ciclo produttivo.
Per gli investimenti, verranno impiegati 200 milioni di euro, che produrranno un impatto occupazionale di oltre 600 unità lavorative: 357 lavoratori diretti (con circa 100 nuove assunzioni) e 270 addetti degli appalti per 36 mesi. Di questi, 150 verranno riconfermati per la gestione delle manutenzioni. A questo punto, per la fase di riavvio – che dovrebbe durare secondo i piani presentati alle parti dall’azienda circa tre anni (poi la produzione procederà a regime) – mancano soltanto le autorizzazioni delle istituzioni chiamate al tavolo il prossimo 30 gennaio. “La nostra vertenza coinvolge migliaia di persone ed è indispensabile per la ripresa economica e sociale dell’intero territorio – confermano i rappresentanti dei lavoratori –, l’isola oggi non può rinunciare a questa opportunità, il polo industriale del Sulcis potrà rinvigorirsi e attrare nuove imprese, se il nostro stabilimento riaprirà i cancelli”.
Intanto, non si concede soste il blog “L’Eurallumina deve riaprire”, il foglio online di informazione quotidiana curato dai rappresentanti sindacali dell’azienda. Non ci sono toni trionfalistici, solo attenzione nei confronti degli sviluppi della vertenza, che si è intensificata in attesa degli incontri ufficiali convocati a fine mese. Lo slogan è sempre lo stesso: “Lavoro, sviluppo e occupazione per la Sardegna”. Anche la richiesta è sempre la stessa: poter lavorare per garantirsi il futuro e riaccendere la speranza in tanti giovani che in questi lunghi anni non hanno potuto scorgere nulla di nuovo all’orizzonte.