"Le misure che sono state adottate oggi dal Consiglio dei ministri nei confronti dei cittadini comunitari sono di enorme gravità". E' quanto dichiara Guido Melis (Pd), membro della commissione giustizia della Camera e presidente del gruppo di amicizia Italia-Romania.

"Applicando la dottrina Maroni – spiega Melis – poiché la residenza in Italia è conseguente al contratto di lavoro a tempo indeterminato ma non la si può ottenere se il rapporto di lavoro è precario, accadrà che tutti i lavoratori comunitari a contratto a tempo (caso classico le badanti, ma migliaia di persone oggi sono precari), per quanto siano onesti e laboriosi, saranno a rischio di essere espulsi dal Paese dopo 90 giorni, a discrezione piena del governo. Potranno essere allontanati per non precisati 'motivi d'ordine pubblico', come fossero delinquenti comuni".

Una situazione che, secondo Melis, sarebbe "in contrasto clamoroso con una prassi consolidata negli anni e con lo spirito stesso degli accordi di Schenghen. Del resto la Francia – spiega il deputato Pd -, che ha cercato di imboccare la stessa strada di Maroni, è stata bloccata dalla ferma reazione dell'Europa democratica. Il che succederà anche per questa sciagurata misura del governo italiano".

"Appare intanto evidente – prosegue Melis - la volontà del governo di colpire solo certe fasce dell'immigrazione comunitaria (quelle provenienti dai paesi dell'Est Europa, specificamente i romeni, giacché difficilmente si può immaginare il provvedimento rivolto contro cittadini dei paesi forti come Germania, Francia o Gran Bretagna)". E questo, conclude il deputato, "dimenticando come proprio questi lavoratori concorrano in modo decisivo alla produzione del nostro Pil in settori di cruciale importanza, altrimenti privi di una adeguata offerta di forza lavoro".