La Cgil ha chiesto un incontro al Comune di Assisi per capire il perché della scelta dell’utilizzo dei voucher per retribuire prestazioni di lavoro, "ma il sindaco facente funzioni, invece di incontrarci, ha preferito uscire pubblicamente sulla stampa definendo la scelta come una opportunità”. Così in una nota il responsabile Cgil Assisi-Bastia, Ivano Fumanti. Ma l'opportunità, secondo Fumanti, non è certo "per chi lavora".
"Del resto a questo atteggiamento da parte del comune di Assisi, a questa riluttanza a dialogare con chi rappresenta una larghissima parte del mondo del lavoro, di pensionati e cittadini, ci siamo ormai abituati – spiega il sindacalista –. È successo da ultimo per il bilancio di previsione, ma stiamo ancora aspettando ad esempio, che come Comune capofila di una zona sociale alquanto importante, ci si confronti sui nuovi regolamenti, così come previsto dalle norme che hanno introdotto la nuova Isee. In vigore ormai da oltre un anno".
Rispetto all’utilizzo dei voucher, nessun esponente di questa organizzazione ha sollevato problemi di legittimità: "Purtroppo, le leggi emanate da questo governo nazionale consentono l’utilizzo di tali strumenti anche alla Pubblica Amministrazione, dando la stura ulteriormente a una forma 'barbara' di retribuzione, contro la quale, vorrei ricordare, la Cgil promuoverà un referendum abrogativo. Quella che abbiamo sollevato è una questione di scelta politica, secondo noi sbagliata, circa l’opportunità, per una pubblica Amministrazione, di orientarsi verso forme di lavoro povere assimilabili, per certi versi, a forme di nuovo caporalato che ledono la dignità e qualsiasi forma di diritto a chi è chiamato a prestare la propria opera.
"Ma del resto, se in Umbria su 92 comuni solo il Comune di Assisi ha fatto questa scelta vorrà pur significare qualcosa. Un motivo in più di riflessione per i cittadini di questo Comune che tra poco saranno chiamati a rinnovare la propria Amministrazione", chiude la nota.