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Lavorare tutti o lavorare di più. Sulla produttività è già scontro tra sindacati e Confindustria, anche se del tavolo tra governo e parti sociali non si parla ancora conncretamente.
"Il mio sogno", ha detto il presidente degli industriali italiani, è recuperare il 10% di competitività e lo si può fare "lavorando di più". Per questa ragione Giorgio Squinzi annuncia che Confindustria "sta lavorando ad una serie di proposte", di cui la prima è "qualche ora di lavoro in più, per adesso". Quanto? "Si fa presto a fare i conti se vogliamo recuperare il 10%", assicura il presidente di Confindustria.
Eppure mentre chiede più ore ai lavoratori, Squinzi ammette anche che la ripresa non è alle porte: "Per l'anno prossimo una vera ripresa non la vediamo, salvo miglioramenti alla fine. Per avere una vera ripresa, ci metterei la firma se fosse nel 2015".
Chi continua a dire che occorre lavorare di più per arrivare ad una maggiore produttività in Italia "rischia di diventare per molti lavoratori anche offensivo". E' stata la risposta del segretario della Cgil, Susanna Camusso, ricordando a margine della Conferenza nazionale di organizzazione della Uil a Bellaria, le migliaia di persone in mobilità e cassa integrazione. "Questa riduzione al 'lavorare di più' che vedo fare da tutti quelli che hanno lanciato il tema della produttività senza porsi il tema dei fattori strutturali della produttività - ha spiegato Camusso riferendosi chiaramente a Squinzi - rischia di diventare per molti lavoratori anche offensivo, visto che misuriamo le decine di milioni di ore di cassa integrazione e le decine di migliaia di lavoratori in mobilità ai quali piacerebbe tanto poter lavorare e invece sono costretti all'inattività".
"Se pagano di più non c'è problema. Il lavoro gratuito non è contemplato dalla nostra prospettiva", ha invece detto il leader Uil, Luigi Angeletti. E' invece un'analisi condivisibile, per la Uil, quella di Confindustria circa la possibilità che il nostro Paese possa imboccare una crescita non prima del 2015. "E' una ipotesi realistica. Non ci dobbiamo fare molte illusioni, la ripresa non è dietro l'angolo", conclude Angeletti.
Sulla produttività, però, c'è ancora molto da lavorare. Non è stata ancora fatta alcuna convocazione ai sindacati da parte del governo per discutere un eventuale accordo, anche perché la discussione da fare prima è "ancora molta", ha sottolineato sempre oggi Susanna Camusso, che ha invitato il governo a concentrarsi sulla legge anticorruzione in discussione per arrivare con qualcosa di concreto il 18 ottobre all'appuntamento a Bruxelles in Consiglio europeo.
"Bisogna anche decidere la scaletta da cui partire. Noi abbiamo detto senza mezzi termini di partire dalla rappresentanza", cha continuato il leader di Corso d'Italia. Siccome "trovo tanta insistenza nel dire che bisogna che il governo possa il 18 ottobre in Consiglio europeo portare dei risultati - ha aggiunto -, gli suggerirei di essere europeo e quindi sulla base delle richieste Ue, di portare la legge sull'anticorruzione".
Sul rischio di un accordo separato sulla produttività, il segretario della Cgil ha precisato: "Quando un sindacato dichiara che è pronto a firmare senza sapere di cosa sta discutendo c'è un problema. Se ci sono scadenze internazionali, che sono sempre importanti, si porti un paese che sa risanarsi non un paese che continua a tagliare sul lavoro".