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"Il comparto è in grande difficoltà, molte aziende hanno dovuto chiudere con ripercussioni sia sugli ammortizzatori sociali, sia sui lavoratori". Lo ha detto Marco Biondi, responsabile del comparto call center di Federtelservizi, la Federazione delle imprese per la commercializzazione di traffico telefonico. Oggi (19 giugno) Biondi è stato ascoltato in audizione alla Commissione Lavoro della Camera, presieduta da Cesare Damiano, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui rapporti di lavoro nei call center.
E' stata l'occasione per lanciare un allarme sulle delocalizzazioni, che stanno "cannibalizzando" il settore. "Una delle cause della crisi - spiegato Biondi - deriva dalla pratica delle delocalizzazioni che è sempre più utilizzata in Italia. Serve un'azione di contrasto fermissima contro questo fenomento". Le delocalizzazioni "stanno comportando la perdita di posti di lavoro interni, ma anche un depauperamento della potenzialità lavorativa. Sono sempre di più le telefonate outbound che arrivano da paesi extra Ue, dove le norme sulla privacy vengono eluse e il basso costo del lavoro consente una frequenza di telefonate insostenibili per i consumatori".
Un fenomeno che sta "cannibalizzando" il settore. "Tra poco non sarà più possibile il successo della vendita che arriva dalle telefonate, questo tipo di lavoro verrà messo sempre più in difficoltà. E' una tendenza in continua crescita - per Bondi -, nata non solo per risparmiare ma anche per eludere una serie di norme". Lo scopo di chi delocalizza "è principalmente aggirare le regole. Per questo lanciamo un appello al legislatore: occorre cercare di limitare il più possibile i gravi danni della pratica delle delocalizzazioni", ha concluso il rappresentante di Federtelservizi.
Le audizioni precedenti:
Istat: molti contratti a progetto
Assotelecomunicazioni: buon contratto