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"Trasporto, accoglienza, mercato del lavoro: queste sono le tre leve per intervenire qui in provincia di Foggia, bisogna semplicemente applicare quello che prevede la legge 199". Ivana Galli, segretaria generale della Flai Cgil interviene così dal Gran Ghetto di Rignano, dove nella notte tra il 2 e il 3 marzo un rogo (l'ennesimo degli ultimi anni) ha portato alla morte di due giovani lavoratori maliani.
Una delegazione del sindacato dei lavoratori agricoli Cgil è tornata ieri, domenica 5 marzo, sul luogo dell'incendio, nel frattempo sgomberato dei circa 350 migranti che popolavano le campagne tra Rignano Garganico e San Severo (Foggia) e che ora hanno trovato ospitalità nelle due strutture in agro di San Severo (Foggia), allestite dal Comune (ex Arena) e dalla Regione Puglia (azienda agricola Fortore).
"Il problema è che questo campo a luglio sarà di nuovo pieno - avverte Galli - e se non questo un altro simile da qualche altra parte perché qualcuno i pomodori li raccoglierà". E allora, per evitare che nulla cambi, secondo Galli, vanno presentati dei progetti, "appunto sull'accoglienza, sui trasporti, come prevede la legge e come prevedono i protocolli che riguardano anche questo territorio - conclude Galli - perché le risorse ci sono, lo sappiamo e allora tutte le istituzioni devono impegnarsi perché i progetti partano davvero".
Proprio in questa direzione va anche la richiesta della Cgil di Foggia che invita la Prefettura "senza indugi ulteriori" a farsi promotrice di un tavolo con le parti sociali "che può essere il momento istituzionale dove trovare soluzioni, già previste dalle norme in vigore e dal protocollo sottoscritto a giugno scorso con i ministeri delle Politiche agricole e dell´Interno, circa ospitalità, trasporti e intermediazione della manodopera. Ovvero i tre punti nevralgici su cui se arretra lo Stato e la legge lucrano sfruttatori, criminali caporali".