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"Un miliardo di fatturato, 260 persone a casa. Vergogna!": sta tutto in questo striscione, affisso davanti ad una delle sedi dell'azienda di call center Comdata (19 siti in Italia, quasi 10mila addetti), il senso dello sciopero nazionale proclamato per oggi, 29 giugno, dai sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil che respingono con decisione le posizioni aziendali che vedono appunto a rischio 264 lavoratori, 60 addetti della sede campana di Pozzuoli e 204 in quella veneta di Padova.
La risposta dei lavoratori arriverà appunto oggi, con uno sciopero che sarà di otto ore nelle due sedi che Comdata vuole chiudere, Pozzuoli e Padova, con quest'ultima che vedrà anche un presidio sotto il palazzo comunale (10.00 - 12.30) e l'incontro dei rappresentanti sindacali con il sindaco Sergio Giordani. Sciopero di due ore a fine turno, invece, in tutte le altre sedi del gruppo, ad eccezione di Roma, dove, vista la festività di San Pietro e Paolo, la mobilitazione si è già svolta ieri, giovedì 28 giugno.
I sindacati chiedono il mantenimento di tutti i siti produttivi e la difesa del perimetro occupazionale. “Non possiamo permettere all’azienda di aprire una fase nuova e di gestire le difficoltà con i licenziamenti – affermano Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil – Qualora passasse la chiusura di singoli siti, le lavoratrici e i lavoratori di Comdata potrebbero pericolosamente e potenzialmente avere lo stesso trattamento su qualunque altro sito e territorio”.
Quindi, secondo i sindacati, "difendere i posti di lavoro di Padova e Pozzuoli significa difendere i posti di lavoro di tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori di Comdata". Compresi quelli somministrati che infatti saranno in sciopero al fianco dei loro colleghi diretti:. Felsa Cisl, NIdiL Cgil e Uiltemp, sindacati dei lavoratori atipici, hanno infatti aderito alla mobilitazione.
Duro il commento del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso: "Quella di Comdata – ha detto la leader sindacale – è una scelta che guarda solo al profitto, che non tiene conto della responsabilità sociale dell’impresa e che scarica solo sui lavoratori il costo di scelte ingiuste, alimentando così una competizione al ribasso e il dumping sociale. Per queste ragioni sosteniamo la lotta dei dipendenti di Comdata e saremo al loro fianco nelle ulteriori iniziative che metteranno in campo”.