"Con le norme contenute nel collegato lavoro il futuro dei giovani, già difficile, diventerà ancor più difficile". Lo ha dichiarato ai microfoni di RadioArticolo1 Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil, ospite della trasmissione Italiaparla. "Il collegato lavoro - ha detto - è un concentrato di norme sbagliate, una controriforma del diritto del lavoro. Il governo vuole un’impresa sempre più svincolata da obblighi di coesione sociale, un lavoro sempre meno inteso come valore sociale e sempre più identificato come fattore della produzione".

Il sindacalista osserva che dal 24 novembre "ci saranno due norme immediatamente agibili e profondamente sbagliate. La prima, sulla certificazione, rappresenta una forma molto grave di pressione indebita sulle persone. I primi ad esserne colpiti saranno i giovani, quelli che cercano il primo impiego, e i lavoratori migranti, che insieme al contratto di lavoro chiedono anche il permesso di soggiorno. Una norma che presenta vizi palesi di incostituzionalità. La seconda è quella che concede solo sessanta giorni ai lavoratori precari per impugnare il contratto. Il lavoratore a termine, anche se considera che ci siano state delle irregolarità nel proprio contratto, prima di impugnarlo aspetta di capire se il contratto sarà rinnovato".

"Durante una crisi di questo genere la propaganda è assolutamente sbagliata e serve solo a mascherare le cose che non si fanno", ha concluso Fammoni. "Le risorse stanziate per gli ammortizzatori in deroga per l’anno 2011 non sono sufficienti. La nostra proposta sugli ammortizzatori vuole includere tutti i soggetti, iniziando dai giovani precari. È una proposta che intende eliminare le differenze tra lavoratori in base a dimensione dell’azienda e provenienza geografica. Questo è uno dei motivi fondamentali per cui la Cgil ha scelto di manifestare il 27 novembre in piazza San Giovanni".

Per riascoltare la trasmissione:
http://www.radioarticolo1.it/audio/2010/11/17/6493/verso-il-27-novembre-interviene-fulvio-fammoni