La Cgil chiede al governo di non fare alcuna marcia indietro sulla fusione tra Ferrovie e Anas. "Non si può giocare, o fare propaganda politica, usando una grande azienda di oltre 81 mila dipendenti, con centinaia di tecnici e ingegneri della progettazione di grande valore scientifico e contesi in tutto il mondo, con un fatturato di 11,2 miliardi di euro, con investimenti già programmati nei prossimi anni di oltre 100 miliardi di euro, già definiti nel piano industriale 2017-2026, molti dei quali sono destinati all'integrazione ferro-gomma e tra città, e soprattutto alla connessione dei porti del Sud del nostro Paese". A dirlo è il segretario confederale Vincenzo Colla, replicando alle affermazioni del ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli e del sottosegretario Armando Siri. L'esponente sindacale si dice "certo che nel governo non ci sia la volontà di riportare l'Italia nel vicolo del provincialismo. E in caso contrario, la Cgil sarà pronta a difendere il lavoro, in essere e futuro, lo sviluppo economico e l'equilibio ambientale del nostro Paese".
Per Colla "sarebbe un tragico errore rimettere in discussione la fusione di Ferrovie e Anas avvenuta con approvazione dell'Antitrust nel gennaio 2018. Il nostro Paese non può permettersi di tornare indietro a politiche di piccolo cabotaggio". L'analisi del segretario confederale Cgil è che i partner europei hanno potenzialità economiche e di investimento molto più estese (i francesi con Sncf fatturano 32 miliardi, i tedeschi con Deutsche Bahn 40 miliardi), e la loro programmazione di mobilità integrata è un'asse determinante per lo sviluppo economico e per la produttività di sistema del Paese. "Il piano 'Connettere l'Italia' da noi condiviso, - conclude Vincenzo Colla - aveva il pregio di ragionare finalmente in termini globali in merito al sistema delle infrastrutture, del trasporto, della logistica, della efficienza delle reti, quali elementi primari per dotare il sistema industriale e dei servizi in Italia e mantenerli tra i più competitivi a livello europeo. I benefici dell'integrazione di un grande operatore della mobilità verranno percepiti anche sui mercati internazionali. Il fattore 'tempo', la certezza e la qualità del servizio sono le prime garanzie richieste dagli investitori internazionali e anche del nostro Paese".