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“Il fatto di aver presentato un documento unitario di valutazione critica sulla applicazione del codice Antimafia rappresenta un fatto di grande importanza”. A dirlo in una nota sono Giuseppe Massafra, segretario confederale della Cgil, e Luciano Silvestri, responsabile legalità e sicurezza del sindacato di corso d’Italia. I due si riferiscono all’audizione di Cgil, Cisl e Uil che si è tenuta oggi (6 dicembre) presso la Commissione Antimafia sulle eventuali criticità rispetto all’applicazione della legge del 17 ottobre 2017 n. 161 che ha riformato il Codice Antimafia.
“Su temi come il contrasto alle mafie e il riutilizzo dei beni e delle aziende sequestrate e confiscate, per un lungo periodo di tempo – sottolineano Massafra e Silvestri – la nostra organizzazione ha dovuto agire, in tantissime circostanze e in quasi tutte le nostre articolazioni territoriali, in totale solitudine. Basti pensare allo sforzo straordinario sul piano della elaborazione politica e su quello organizzativo che abbiamo compiuto con la proposta di legge d’iniziativa popolare ‘Io Riattivo il Lavoro’. Proprio in virtù di quella intuizione, infatti, prese le mosse tutta la discussione pubblica e parlamentare sulla necessità di definire una riforma del Codice Antimafia che fosse capace di rafforzare e aggiornare gli strumenti di contrasto”.
Il testo della riforma approvata in via definitiva a ottobre del 2017 è sostanzialmente innervato dai contenuti e dai principi di quella proposta che, tra l’altro, vanta un primato non da poco: per la prima volta nella storia della Repubblica una proposta di legge di iniziativa popolare – seppure arricchita e ampliata dal dibattito parlamentare – è arrivata a buon fine.“ Adesso – proseguono Massafra e Silvestri –, con questa iniziativa unitaria si apre di fatto, per tutti noi, un nuovo e ulteriore cantiere di lavoro che dovremo coltivare con rigore e con grande accortezza. A partire dal documento unitario – che prende in considerazione 8 punti del codice che più di altri rappresentano aspetti fondamentali e al tempo stesso problemi ancora da risolvere – potremo infatti assumere sul territorio iniziative conseguenti di confronto unitario orientate a dare sbocchi operativi e concreti agli aspetti che in un determinato contesto riteniamo di volta in volta essere prioritari”.