PHOTO
Gabrielli (Filcams): ripartire dal lavoro
“Abbiamo un progetto per il paese che parte dal lavoro, dalla sua qualità, dignità, dalle condizioni materiali delle persone ma anche dalla necessità di costruire una prospettiva che parli e risponda ai giovani, alle donne, ai migranti, ad un mondo del lavoro che è già cambiato. Un progetto ambizioso e vero per riunificare il paese e che ci fa dire che il Jobs Act non va in questa direzione, che l’assenza di politiche di investimento impoverisce ancora di più il lavoro.” È l’impegno della Filcams cosi come dichiarato da Maria Grazia Gabrielli, segretaria generale della Filcams Cgil. La traduzione di questi obiettivi, per la categoria sono state la piazza di tutta la Cgil del 25 ottobre e del 12 dicembre; ma anche l’azione sindacale fatta di iniziative, di contrattazione nazionale, aziendale, territoriale, di proposte e di lotte. “E fare tutto questo in un quadro politico e normativo che attua politiche divisive e di arretramento per il lavoro, politiche di austerità che hanno alimentato ulteriore ingiustizia e iniquità, rende più evidente che nella politica c’è un vuoto.”
“Da settori fortemente attraversati ancora dalla crisi come quelli del commercio, dei turismo e dei servizi guardiamo i cambiamenti ed è necessario riposizionare e costruire la nostra azione politica e sindacale”, prosegue la segretaria. “Per questo è fondamentale lavorare per la proposta di legge sugli appalti, per dare garanzia ai lavoratori nel pubblico come nel privato e per combattere l’illegalità e la corruzione che inquinano gli appalti stessi; Come è necessario lavorare per affermare e praticare la contrattazione nazionale, aziendale e territoriale perché rappresentano garanzie e regole universali per lavoratrici e lavoratori di un modo altrimenti spesso solo e polverizzato. In questo senso non si può lasciare la battaglia sulla rappresentanza che è una battaglia di democrazia e di regole anche verso il proliferare di contratti nazionali che alimentano la spirale di una competitività solo da costo dove il lavoro non ha alcune identità e rispetto. Un sistema di tutele universali e di diritti, anche sugli ammortizzatori sociali, per ricomporre il mondo del lavoro che nei settori del turismo, del terziario e dei servizi è fatto di tante partite Iva, di praticanti, di associati in partecipazione, di collaboratori, di contratti a chiamata, di part time involontari, che è necessario tradurre nella costruzione di un nuovo statuto delle lavoratrici e dei lavoratori.”
“Per realizzare questo progetto – conclude Gabrielli –, abbiamo bisogno di difendere e riaffermare l’autonomia sindacale che rappresenta un elemento di forza e non un limite alla capacità di continuare a dialogare e parlare con quel mondo delle nostre piazze del 25 ottobre e del 12 dicembre. Questo è il nostro obiettivo anche per riempire quel vuoto nel paese.”
Flai e Fp: no a sindacato che si sostituisce alla politica
"E' innegabile, non oggi, ma da troppo tempo un vuoto rispetto alla rappresentanza politica che le istanze del lavoro ed i bisogni dei lavoratori dovrebbero avere. Ma pur di fronte a tale vuoto il sindacato non ha mai abdicato alla propria funzione ed al proprio ruolo fatto di mobilitazione, negoziazione e contrattazione". Lo dichiarano in una nota congiunta Stefania Crogi, segretario generale a Flai Cgil e Rossana Dettori, segretario generale Fp Cgil.
Lo ha fatto e lo fa rappresentando i lavoratori e aumentando anche i consensi, come abbiamo visto nei recenti rinnovi delle Rsu; lo fa costruendo piattaforme, rinnovando i contratti integrativi e mobilitandosi nelle piazze, arginando alcune delle misure che questo Governo sta assumendo. Tutto questo - proseguono Dettori e Crogi - non può, tuttavia, far pensare o portare ad un sindacato che si sostituisce alla politica o che promuove dal suo interno formazioni politiche, poiché di questo si tratta, al di là delle alchimie delle parole, con la proposta della coalizione sociale avanzata in questi giorni. Non crediamo possa essere questa la soluzione per riunificare in modo forte ed efficace il mondo del lavoro, una riunificazione alla quale sempre abbiamo teso in un'ottica confederale ed unitaria".
Miceli (Filctem): autonomia Cgil è fuori discussione
“La Cgil ha bisogno della sua autonomia per essere credibile nello scontro con il Governo sulla riforma del lavoro. Una campagna, di cui gli echi già sono ben visibili, sull'appartenenza della Cgil ad uno schieramento politico contro Renzi sarebbe devastante, aprirebbe una divisione tra i lavoratori e ci consegnerebbe irrimediabilmente alla sconfitta”: a dirlo è Emilio Miceli, segretario generale della Filctem-Cgil, all'attivo regionale dei delegati della sua organizzazione in Veneto in corso oggi a Venezia. La coalizione sociale – prosegue il segretario - è correttamente letta da tutti i commentatori come il tentativo di costruire un fronte destinato, da sinistra, a competere con il partito del Presidente del Consiglio. Nulla da obiettare, ma questa non può essere la strada della Cgil”.
“A noi tocca – insiste - il difficile lavoro di intercettare oggi il jobs act non nella contesa elettorale ma nei contratti, nelle aule di giustizia e nelle mille vertenze in cui i diritti verranno negati per effetto dell'applicazione della riforma del lavoro. Il resto è avventura”. Oltre le soddisfazioni personali, il sindacato creerebbe divisioni al suo interno, tra la sua gente e riunificherebbe tutto il campo opposto. È un assist a Renzi perché gli permetterebbe di riunificare il suo fragile equilibrio interno e sfascerebbe i già delicati e precari rapporti con le altre organizzazioni sindacali. Non è – aggiunge il leader sindacale - la battaglia della Cgil e non può essere la linea della Cgil. Il peggiore servizio che possiamo fare oggi ai lavoratori è dare la sensazione che il sindacato sia impotente, abbia perduto la battaglia e serva qualcosa di nuovo in grado di misurarsi anche sul piano politico. Non esiste in Europa un sindacato che abbia di fronte questa prospettiva. Esistono sindacati subalterni alle ragioni della politica, ma che abbiano la velleità di autorappresentarsi, nessuno.
“È una tentazione – ricorda Miceli - che ha accompagnato a cicli il dibattito della Cgil, ma alla fine ha sempre mostrato la sua debolezza nell'impianto politico e culturale. Per questi motivi è necessario affermare con nettezza e con trasparenza la linea dell'autonomia che ha permesso alla Cgil di combattere a viso aperto, a partire dal primo dopoguerra, battaglie dure, qualche volta drammatiche, subendo sconfitte e conquistando anche importanti obiettivi, ma che hanno visto i lavoratori sempre titolari esclusivi delle loro speranze e del loro futuro”. “Questa Cgil alla fine è sempre risultata vincente. In democrazia non esistono scorciatoie nè soluzioni finali, definitive. Sarebbe bene – conclude il segretario generale - che l'autonomia di tutti i movimenti dalla tentazione della politica venisse considerata un requisito fondamentale per mantenere aperta la prospettiva democratica del paese e per garantire quella credibilità ai movimenti necessaria per continuare le battaglie necessarie per il rinnovamento del paese. La politica non può rappresentare la sintesi di tutto, la società deve mantenere intatte le sue forme di autorganizzazione”.
Schiavella (Fillea): ringrazio Landini per i consigli, ma arriva tardi
“Ringrazio per il consiglio, ma arriva con un lustro di ritardo. Da anni, infatti, la Fillea discute le sue piattaforme con molte voci autorevoli al di fuori del sindacato, ne cito solo alcune: Legambiente, l’Ordine degli architetti, Salviamo il Paesaggio. Non solo, ma la parola d’ordine del nostro ultimo congresso è stata: consumo di suolo zero” è il commento di Walter Schiavella. Anche su temi come la legalità negli appalti “abbiamo fatto scelte precise, dalla contrattazione di anticipo al rafforzamento di tutti gli strumentii necessari - indagine, monitoraggio e denuncia delle infiltrazioni, con il coinvolgimento di magistrati del calibro di Vigna e Ayala - èper far crescere una pratica di legalità nel sistema delle costruzioni. Né la crisi né il peggioramento delle relazioni con le controparti hanno fermato il nostro impegno ed il lavoro unitario con gli edili di Cisl e Uil, che ci ha consentito di portare a casa la firma dei contratti nazionali, assumendo in pieno la sfida del cambiamento e della sostenibilità del modello di sviluppo. Landini usi altri esempi per giustificare le sue scelte, guardi altrove, anche in casa propria, dove conflitti ambiente – territorio certamente non ne mancano.”
“L’unica cosa su cui sono d’accordo con Landini" aggiunge Schiavella "è la necessità di un cambiamento del sindacato, ma il punto è decidere in che direzione orientarlo. Se la direzione è quella di trasformare il sindacato in un indistinto movimento, ritengo sia sbagliata e dannosa. Il sindacato è da sempre un soggetto politico perchè l’interesse generale sta nella sua natura di sindacato confederale; la sua rappresentanza però non può che restare ancorata al lavoro e all’esercizio della funzione contrattuale, a partire dalla definizione delle piattaforme fino alla verifica delle scelte, sempre vincolate al parere dei lavoratori.” Per Schiavella “di fronte ad un attacco senza precedenti ai diritti dei lavoratori e alle loro rappresentanze, il tema non è quanto si è radicali nel giudizio negativo sui provvedimenti del governo ma quali strumenti si mettono in campo per cambiare lo stato delle cose, e questo si fa a partire dalla centralità della contrattazione. Ma se vogliamo sviluppare una seria azione contrattuale, per quella riunificazione del mondo del lavoro che abbiamo scelto come priorità nell’ultimo congresso della Cgil, allora non capisco come si possa prescindere dalla ricostruzione di un rapporto unitario con Cisl e Uil.” Infine “ non capisco a quale titolo Landini, che fino a prova contraria è segretario Fiom, e lo fa anche molto bene, parli sempre a nome di tutti i lavoratori. A proposito di rappresentanza, questo non è un dettaglio da poco, che dovrebbe interrogare lui ma anche la confederazione.”
Cantone (Spi): coesione sociale, non 'coalizione'
Piuttosto che parlare di 'coalizione sociale', il segretario nazionale dello Spi Cgil, Carla Cantone, preferisce parlare di "coesione sociale". Precisando all'agenzia Ansa di non voler discutere del nuovo soggetto politico del segretario della Fiom, Maurizio Landini, Cantone sottolinea che "bisogna lanciare una grande campagna unitaria, per far sì che la contrattazione territoriale sociale, promossa dal sindacato dei pensionati, riesca ad aggregare una forte coesione sociale, che è una cosa diversa dalla coalizione sociale".