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Impedire il lavoro nero, garantire il rispetto dei contratti e della disciplina in materia di salute e sicurezza, contrastare le infiltrazioni delle organizzazioni criminali. Sono questi i principali contenuti del Protocollo per la tutela della legalità e della sicurezza sul lavoro nell’area del cantiere della “Città della salute e della ricerca”, destinata a diventare il più grande polo sanitario e di ricerca pubblico d’Italia (riunendo sotto lo stesso tetto, ad esempio, l’Istituto nazionale tumori e l’Istituto neurologico Besta). L’intesa, raggiunta alla fine di maggio, è stata siglata dal Comune di Sesto San Giovanni, da Cgil, Cisl e Uil di Milano e dalle categorie sindacali degli edili (Fillea, Filca e Feneal).
L’area individuata è quella ex Falck, terreno definito Sito di interesse nazionale (Sin) dal ministero dell’Ambiente per l’alto contenuto di agenti inquinanti. Per questo motivo già dal febbraio scorso sono iniziati i lavori di bonifica, che proseguiranno per circa un anno: dopo partiranno i cantieri per la realizzazione del polo sanitario (ma anche residenziale/commerciale) che interesseranno un’area di 130 ettari, di cui 20 destinati all’opera, la cui conclusione è prevista nel 2020. Nel corso dei lavori verranno via via stilati nuovi protocolli specifici (coinvolgendo anche altre categorie sindacali, come la Filcams, la Filt e la Funzione pubblica), che avranno come quadro di riferimento questa intesa e quella, in via di definizione, con la Prefettura.
“Il Protocollo contiene alcuni elementi applicativi e politici innovativi sul tema della tutela della legalità e della sicurezza” spiegano la segretaria della Cgil Milano Tiziana Scalco e il responsabile del Dipartimento Salute e sicurezza Addo Buriani: “È il primo passo del lungo percorso che ci vedrà, come confederazione, al fianco delle categorie interessate a tutte le fasi di lavorazione”. Secondo i due esponenti sindacali, l’opera è “un esempio straordinario di riqualificazione di un’area dismessa e inutilizzabile. È nostro interesse seguirne tutte le fasi di realizzazione, anche per riutilizzare un’area immensa che diversamente non sarebbe più stata vissuta in alcun modo dalla cittadinanza. Un’area morta, che oggi grazie a un accordo virtuoso tra pubblico e privato può tornare a vivere”. Scalco e Buriani, quindi, non nascondono dunque la propria soddisfazione, che “sta nella convinzione che sia davvero possibile segnare con l’impegno di tutti una nuova pagina all’insegna della legalità e della trasparenza, in un territorio già così pesantemente segnato da esperienze degradanti di corruzione e illegalità”.
L’intesa tra Comune e sindacati prevede, in tema di salute e sicurezza, l’istituzione del Registro degli infortuni e dei mancati infortuni all’interno del cantiere; la promozione del ruolo e delle funzioni di Rls e Rlst, con il coinvolgimento e la collaborazione degli bilaterali e istituzionali che si occupano della materia; l’auspicio, da parte dei sindacati, che le committenze, vista la dimensione del cantiere, si facciano carico dell’Rls di sito. Il protocollo prevede poi misure sugli appalti (come l’esclusione delle gare al massimo ribasso e l’inserimento del vincolo al rispetto di clausole sociali, come la continuità del lavoro degli occupati in caso di cambio appalto), sul contrasto alle infiltrazioni mafiose, sulla regolarità del lavoro (tra cui l’istituzione di visite in cantiere integrate con le forze dell’ordine e la registrazione di entrate e uscite dai cantieri), sui diritti sindacali e di informazione.