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“Le azioni poste in essere in maniera unilaterale dall’azienda, che hanno riguardato lo spostamento di personale dalle proprie postazioni di lavoro, producono a nostro avviso un grave danno ai lavoratori interessati. Traspare il tentativo da parte dell’azienda di aumentare la tensione tra i reparti, al fine di destabilizzare l’ambiente e il fronte unitario dei lavoratori che stanno combattendo per il loro futuro. Pertanto diffidiamo l’azienda a proseguire su questa linea”. Così la Flai Cgil dell'Umbria, in merito alla “dura” vertenza dei siti Sangemini e Amerino, i cui lavoratori “meritano la solidarietà di un intero territorio, già fortemente attraversato da crisi aziendali, e di tutte le istituzioni interessate”.
La Flai saluta con soddisfazione “il tavolo auspicato dall’assessore regionale all'Economia Fabio Paparelli, ma è necessario che la proprietà sia presente con un piano industriale di investimenti e consolidamento dei marchi e dei volumi, finalizzato alla messa in sicurezza degli organici previsti nell’accordo del 2014”. Nei prossimi giorni si terranno le assemblee dei lavoratori e l'obiettivo della Flai è quello “di rafforzare l’unitarietà dell’azione sindacale e contrastare il clima di tensione che invece serpeggia tra i lavoratori”.
La Sangemini ha attraversato nel suo passato, non troppo lontano, momenti di difficoltà. Una difficoltà dovuta “sempre a scelte industriali mirate a speculare sul marchio Sangemini, che hanno penalizzato i marchi Fabia e Grazia. Scelte che si sono rivelate sempre infauste”. Per il sindacato “solo tenendo in piedi i vari marchi si può garantire un’offerta sul mercato all'altezza, tale da rendere competitiva l'azienda. Una linea vetro che possa rappresentare un valore aggiunto al marchio è un investimento che non può essere più rimandato. La mancanza di una forte rete vendita che valorizzi i marchi nei mercati che vedevano una forte presenza del gruppo (Centro-Sud) sta pesando sulle vendite e non comprendiamo come si possano vendere bottiglie a marchio Ami a pochi passi dal comune di Sangemini, tradendo quella logica di ‘acqua a chilometro zero’ che la stessa società sbandierava come proprio punto di forza”.
La Flai Cgil umbra, inoltre, ritiene che “solo attraverso la presentazione di un piano complessivo di rilancio dei marchi e dei due stabilimenti, attraverso la valorizzazione delle professionalità e delle competenze che hanno da sempre contraddistinto i lavoratori, si possa rilanciare la Sangemini. Non certamente attraverso l’apertura della cassa integrazione straordinaria, che è soltanto finalizzata ad altre strategie, che mirano a inficiare pesantemente i salari delle maestranze, facendo ricadere sulle loro spalle i costi del piano industriale”. Il sindacato, dunque, chiede “la calendarizzazione nell’immediato un incontro tra Rsu, segreterie sindacali e azienda, perché troppe voci stanno serpeggiando tra i reparti e i lavoratori di tutto hanno bisogno tranne che di nuove incertezze. In caso contrario, si metteranno in campo tutte le azioni sindacali utili tese al raggiungimento dei nostri obbiettivi”.