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Nuovo presidio Cgil Cisl Uil oggi, 24 luglio, in Piazza Montecitorio per sollecitare il governo al rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga. L'iniziativa, che si tiene dalle ore 9 alle ore 14 come il sit-in che ha interessato lo scorso 22 luglio le regioni del nord Italia (Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria), oggi riguarda le restanti regioni del centro, del sud e delle isole (Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Calabria, Basilicata, Molise, Sicilia, Sardegna). Alle 10.30 sono previsti gli interventi dei tre Segretari Generali, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti.
Nel centro di Roma traffico completamente paralizzato - come riportano le agenzie - da un folto gruppo di lavoratori di Cgil, Cisl e Uil che sta bloccando al momento Via del Corso. Scandendo slogan come "no ai sussidi, si' al lavoro" , con espliciti striscioni che affermano 'Ci avete rotto il ..." e sulle note di 'Bella Ciao', i lavoratori del Centro-Sud gridano così la loro rabbia contro la mancanza di lavoro.
Ma già martedì Cgil, Cisl e Uil avevano lanciato un messaggio chiaro al Governo: "Deve cambiare il passo sui temi del lavoro, trovare le risorse per finanziare gli ammortizzatori in deroga a partire dalla mobilità e dalla cassa integrazione, finanziare il 2013 e preparare i finanziamenti per il 2014, non restringere i criteri perché non possiamo immaginare chiusure di imprese e licenziamenti come prospettiva".
Oltre a questo, il governo - secondo Cgil, Cisl e Uil - deve agire per "diminuire la disoccupazione e creare lavoro", finanziando i contratti di solidarietà, dei contratti di solidarietà espansivi e intervenendo sulla legge Fornero". Tutti interventi "essenziali per immaginare che i numeri non continuino ad aumentare da 3 milioni in su, ma si cominci ad invertire la tendenza".
Insomma, o si mette in agenda come priorità il tema della disoccupazione, oppure è inutile ogni ragionamento sulla crescita. "Sinora hanno sbagliato la ricetta - è la convinzione dei sindacati - e oggi, non a caso, non c'è piano industriale che non metta in campo la riduzione dei posti di lavoro. Senza dimenticare il grande tema della riforma Fornero sulle pensioni che va cambiata, ormai nemmeno più il governo è in grado di difenderla".