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Vincenzo Sgalla è il nuovo segretario generale della Cgil dell’Umbria. Lo ha eletto oggi, 18 maggio, il comitato direttivo regionale del sindacato riunito a Perugia, alla presenza del segretario nazionale Nino Baseotto, con 50 voti favorevoli su 81 votanti (17 i contrari, 14 gli astenuti).
Quarantotto anni, operaio della Perugina, prima delegato dei lavoratori part time e poi coordinatore della Rsu di San Sisto dal 1997 al 2000, nella fase della riorganizzazione di Nestlè a Perugia, Sgalla è passato poi dalla fabbrica ad un ruolo di funzionario nazionale per gli alimentaristi della Cgil. Nel 2005, tornato in Umbria, è stato eletto segretario generale della Flai Cgil regionale, ruolo ricoperto fino al 2010 quando ha assunto la guida della Camera del Lavoro di Perugia. Ora subentra nel ruolo di segretario generale regionale a Mario Bravi, uscito dopo la candidatura alle elezioni regionali, e al quale è andato il ringraziamento dello stesso Sgalla e di tutto il direttivo umbro per il lavoro svolto.
“Per me, per la mia storia personale e familiare, questa è un’opportunità importante che mi carica di enormi responsabilità”, ha detto Sgalla parlando al direttivo della Cgil dell’Umbria, “ma non si tratta di “una consacrazione soggettiva e individuale”, quanto piuttosto del “riconoscimento al gruppo dirigente umbro largamente inteso, di un lavoro collettivo che ci ha visti impegnati in una fase certamente non semplice”.
Sgalla ha analizzato la situazione sociale ed economica con la quale la Cgil dovrà continuare a confrontarsi: “Abbiamo gestito una crisi alla settimana – ha affermato il neo segretario regionale – forse una al giorno, cercando prima di tutto di essere presenti, con le nostre bandiere, con i nostri servizi e con i nostri dirigenti, che spesso hanno avvertito la difficoltà del ruolo, anche sul piano umano”. Un impegno, ha avvertito Sgalla, che “continuerà anche nei prossimi anni, perché non sarà certo il jobs act, checché ne dica Renzi, a modificare l'attuale situazione di crisi”. Ma alla gestione quotidiana delle vertenze, il sindacato dovrà affiancare sempre più una fase “di proposta di elaborazione generale, in grado di contribuire alla soluzione dei problemi”. Il riferimento è al Piano del Lavoro elaborato dalla Cgil, che indica “alcune direttrici strategiche lungo le quali ricostruire un progetto economico e sociale per l’Umbria”.
In primo luogo – ha ribadito Sgalla – serve “una politica industriale capace di supportare i capisaldi dell’economia tradizionale, quella manifatturiera largamente intesa”, altrimenti, “si è destinati al declino e ad un allineamento con le economie più in deboli del nostro paese”. A questo compito primario, la Cgil affianca altri impegni fondamentali su temi quali la “legalità, la lotta agli sprechi, alla corruzione e alle infiltrazioni mafiose, la difesa del welfare e di una sanità pubblica efficiente”.
“Purtroppo – ha osservato Sgalla - anche questa fase di campagna elettorale regionale, mi pare che non stia affrontando adeguatamente questi nodi fondamentali”. Mentre “prevale ancora su tutto la discussione campanilistica sul candidato in rappresentanza di una non meglio identificata appartenenza cittadina-territoriale”.
Non è mancato poi un messaggio per la controparte imprenditoriale, in particolare per Confindustria. “Dobbiamo definitivamente uscire da questa specie di provincialismo economico-industriale, basato su rapporti personali e familistici – ha detto Sgalla - La sfida riguarda tutti, anche le imprese e le loro associazioni: o si ha il coraggio della messa in discussione di alcune rendite di posizione, oppure le conseguenze di questa ottusità, prima o poi, ricadranno anche su chi finora ne ha tratto vantaggio”.
Infine, il messaggio rivolto all’interno dell’organizzazione: “La Cgil, con i suoi oltre 100mila iscritti, è ancora una straordinaria forza sociale del nostro territorio. Occorre tener ben presente questo dato e creare le condizioni affinché resti tale anche in futuro”. E proprio “la consapevolezza della nostra leadership regionale – ha aggiunto Sgalla - deve spingerci ad una ricerca continua e costante della sintesi unitaria con Cisl e Uil”.
“Dobbiamo avere la consapevolezza, la voglia, la passione di immaginare la Cgil fra 10 anni”, ha concluso il neo segretario regionale. Una Cgil sempre più radicata e presente sul territorio: “Sono le nostre leghe dei pensionati, le nostre delegate e i nostri delegati la vera forza della Cgil, questa lunga fase di crisi ce lo ha dimostrato. Da lì dobbiamo costruire la nostra idea di rappresentanza, che va costantemente rimodulata ed aggiornata, per ricercare un’efficacia d’azione che non ci renda mai estranei ed anomali rispetto alla realtà”.