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“I dati Istat confermano la tendenza negativa che registriamo da anni, a conferma di una legge sbagliata e da cambiare e allarmano alcuni elementi non solo "quantitativi", in particolare quelli sulla composizione della disoccupazione, la cui crescita continua e ne conferma il carattere strutturale”. E' il commento di Serena Sorrentino, segretaria confederale della Cgil ai dati diffusi oggi dall'Istat sugli occupati e disoccupati in Italia.
Secondo la Cgil, preoccupa in particolare la dimensione che riguarda i giovani sotto i 35 anni: i dati confermano che i contratti a termine sono 2.5 milioni, dato più alto dal '93 e con l'aggiunta dei 462 mila collaboratori arriviamo a 3 milioni.
“Se aggiungiamo a questi dati – spiega Sorrentino - che la disoccupazione giovanile è al dato record in Europa (il tasso di disoccupazione dei 15-24enni è salito, a luglio, al 35,3% dal 33,9% di giugno) e che per le giovani donne del sud arriviamo al 48 % (1 su due), abbiamo di fronte un quadro davvero disarmante: i giovani non hanno prospettive di lavoro e per quelli che riescono ad averla si tratta comunque di impieghi temporanei, discontinui e deboli. I dati sulla disoccupazione sono sempre più allarmanti. “Dall'inizio dell'anno vi sono 700 mila disoccupati in più, le crisi industriali aumentano di ora in ora e per i lavoratori pubblici il governo ha fatto scelte di riduzione dell'occupazione”.
“I dati dimostrano, se ce ce fosse stato ancora bisogno, che la vera emergenza del Paese è il lavoro. Senza difesa e creazione di lavoro non si inverte la tendenza. Per questo, per affrontare questa emergenza nazionale bisogna trovare le risorse, da una seria lotta al sommerso e all'evasione e dall'introduzione della patrimoniale per finanziare lo sviluppo”.
“In queste ore in cui tanto si discute di "patti" – conclude la dirigente sindacale - l'unico vero impegno che dovrebbe vedere la coesione nazionale è quello per il varo di un grande Piano del lavoro e la lotta alle disuguaglianze per contrastare il declino del Paese, per chiamare tutti a fare la propria parte non sacrificando lavoro e pensioni”.