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La formazione in Sicilia è l’argomento della nuova puntata di ‘Quadrato rosso. La formazione va in rete”, la trasmissione di RadioArticolo1, e di Conoscenza&organizzazione, la rubrica di Rassegna sindacale. it. Nell’isola c’è una lunga tradizione di formazione. Comincia alla fine degli anni 70, quando la Cgil Sicilia comprò un apprezzamento di terra a Santa Venerina, in provincia di Catania, per costruirvi la prima scuola di formazione regionale.
“Una formazione, che nel corso del tempo è stata fatta sia in aula che sul territorio – spiega Francesca Vitale, responsabile formazione Cgil Sicilia –. Nei primi anni, a Santa Venerina, è stata fatta anche un’operazione di alfabetizzazione nei riguardi di lavoratori che avevano interrotto molto presto il loro percorso scolastico. Una formazione che è stata di base e di legalità. In un territorio come il nostro, questa è stata un’operazione fondamentale. Com’è noto, il contributo di sangue pagato dai sindacalisti siciliani, in nome dell’affermazione della legalità, è stato grande e assai gravoso. Nel contempo, è stata fatta un’attività specifica in aula con progetti formativi veri e propri. Il tema della legalità è tuttora presente con una rilettura del nostro passato, sia pur attraverso i cambiamenti avvenuti nella società. È cambiata anche la platea dei delegati, di coloro che oggi s’iscrivono alla Cgil. Tutto questo è importante, perché serve a ricostruire il senso del valore del lavoro. Poi c’è una formazione sperimentata attraverso le lotte e gli scioperi, nell’ambito delle singole vertenze”.
“Il lavoro ha un suo valore specifico, ma in Almaviva è complicato affermare tale diritto – afferma Massimiliano Fiduccia, responsabile Slc Palermo, nonchè delegato Rsu del gruppo di call center –. Io ho partecipato a un corso di formazione dentro la mia azienda. Tutto il sistema legato all’organizzazione del lavoro è via via cambiato. Oggi posso dire che il corso mi è servito, di sicuro nei rapporti con la parte datoriale e con gli esponenti della politica. Anche in termini di competenze maturate, per far sì che il sindacato sia più forte, più attento ai problemi. Il solco tracciato dalla Cgil è ben delineato anche da noi a Palermo”.
La Cgil siciliana ha messo a punto l’offerta formativa per il triennio 2016-19. “La grande novità è un percorso formativo dedicato alle politiche di genere. Questa offerta nasce da un bisogno formativo esplicitato più volte dalle donne della Cgil siciliana, che da qualche anno sono entrate in modo massiccio all’interno dell’organizzazione sindacale, anche in ruoli dirigenziali. Le donne hanno bisogno di rapportare il loro ruolo e di trovare meccanismi per declinare al femminile molti profili riconoscendo il valore aggiunto della differenza”.
Gabriella Messina è la responsabile dell’organizzazione Filctem Sicilia. Ricorda come la sua categoria d’appartenenza sia tradizionalmente molto al maschile. La presenza delle donne è assai ridotta, tranne il comparto tessile della piccola e media impresa. “Ho partecipato ai corsi regionali di formazione. Siamo partiti dagli elementi della comunicazione, affiancando la formazione culturale e storica in modo progressivo, poi via via siamo passati a una formazione più specifica. Abbiamo curato molto il rapporto con i lavoratori. C’è un valore aggiunto del corso di formazione sotto tale profilo, l’interfaccia con i lavoratori, come ci si relaziona con loro. Tutto ciò è necessario per ottimizzare i rapporti con la rappresentanza per diventare noi i portavoce dei lavoratori. Il corso a cui ho partecipato si parte dalle tecniche di comunicazione per migliorare la nostra voce e nel contempo dare voce ai lavoratori”.
Il prossimo capitolo della formazione del 2017 riguarda dirigenti, delegati, con una specificità legata ai giovani. “All’inizio non li avevo inseriti, perché ritenevo poco utile e poco coerente inserire nuovi giovani dopo quelli immessi di recente inseriti nei quadri dirigenti. Poi dal territorio mi hanno sollecitato ad organizzare un nuovo corso. Dal confronto con le strutture sono nati i bisogni dei territori. Quello sui giovani è un investimento importante, e la richiesta è forte in tutte le province”, aggiunge la dirigente sindacale. “Di media, sono circa 300-400 le persone che passano per le aule della Cgil, dove esponenti di categorie, strutture di servizio, dipartimenti, vi partecipano in modo massiccio. Tutto questo ci fa dire che la scommessa formativa della Cgil siciliana è una scommessa vinta”, conclude Vitale.