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“Non ci si può permettere di perdere altro tempo. Dopo più di otto lunghi anni di attesa è ora di rinnovare subito il contratto degli oltre tre milioni di lavoratori pubblici. Un diritto non solo dei lavoratori ma anche, e soprattutto, dei cittadini a garanzia di migliori servizi pubblici e della conoscenza. Ed è per questo che dall'incontro in Aran usciamo con la convinzione che servano contratti innovativi capaci di dare risposte all'esigenza di valorizzazione professionale dei lavoratori che riconquisti un ruolo sull’organizzazione del lavoro e su tutte le materie espropriate dalla legge in questi anni, che rafforzi quindi la contrattazione ad ogni livello”. È quanto si legge in una nota Cgil, Fp Cgil e Flc Cgil in merito all’avvio della trattativa per il rinnovo dei contratti pubblici.
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30 novembre 2016: intesa governo-sindacati
L'accordo punto per punto
Serve un quadro di diritti, prosegue la Cgil, che si ampli per le lavoratrici e i lavoratori e che risponda alle esigenze di questi ultimi in ragione dei cambiamenti nell'organizzazione del lavoro, partendo dalla riconquista di un ruolo forte della contrattazione su temi centrali quali revisione degli inquadramenti, crescita professionale, formazione dei lavoratori, salario accessorio, relazioni sindacali.
"Per questo - a loro avviso - servono due garanzie: che si mettano in sicurezza le risorse per il rinnovo del contratto, confermando l’accordo del 30 novembre e quanto previsto dal Def, nella consapevolezza che gli 85 euro andranno sui trattamenti fondamentali, e che le nostre controparti condividano un sistema di relazioni sindacali che ridia piena titolarità alla contrattazione, che riconosca il ruolo delle Rsu e che favorisca la partecipazione dei lavoratori nei luoghi di lavoro”.
Dalle parole del presidente dell'Aran Gasparrini, che ha illustrato l'atto di indirizzo che per noi è la piattaforma delle controparti e non il testo del contratto, "abbiamo registrato una qualche incertezza su come procedere: vero è che è stato un primo incontro, ma il ministro Madia deve dare garanzie politiche che ci sono le condizioni per andare avanti con la trattativa da subito, senza perdere tempo. In ogni caso da oggi si cambia pagina anche e soprattutto grazie alle mobilitazioni di questi anni e all’accordo del 30 novembre”, conclude la Cgil.