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"L'intesa istituzionale su Bagnoli è importante ma è solo una cornice. Ci sono capitoli ancora del tutto aperti e cose che sono già decise ma che, in fase di attuazione, presentano ancora margini per essere migliorate. Noi vogliamo discutere questi margini assieme al Comune, alla Regione e alla Città Metropolitana, che non è ancora scesa in campo in questa partita". Lo ha detto il segretario generale della Camera del lavoro metropolitana di Napoli, Walter Schiavella, introducendo la tavola rotonda sul "Progetto Bagnoli" che ha messo a confronto le voci degli urbanisti Alessandro Dal Piaz e Bruno Discepolo, dell'assessore comunale Carmine Piscopo, del docente di sociologia della Federico II, Raffaele Sibilio e del professore ordinario di Trasporti dell'Università di Tor Vergata, Agostino Nuzzolo.
"Bagnoli - ha ricordato Schiavella - è un tema importante non solo per la città, ma anche per la regione e per l'intero Mezzogiorno. Il senso della nostra iniziativa non è quello di proporre soluzioni ai tanti problemi che questa vicenda definisce. Riteniamo invece che sia necessario sviluppare un approfondimento che aiuti tutti a comprendere meglio i tanti e diversi punti di vista e che consenta a ciascuno di individuare quegli elementi sui quali sviluppare un confronto e una discussione. Intendiamo quindi sviluppare un discussione pubblica, aperta, nella quale ci si possa confrontare, nella quale possano essere definite anche modalità, regole, strumenti di una partecipazione che va organizzata, per restituire alla città, prima ancore che al Comune, il ruolo che le spetta".
L'intesa su Bagnoli, ha ricordato Schiavella, è "molto importante, modestamente abbiamo provato a dare un contributo, perché eravamo convinti che senza una cooperazione istituzionale forte quella vicenda non potesse sbloccarsi". " Lo strumento attraverso il quale si è realizzata, a nostro avviso – ha precisato Schiavella - deve far riflettere anche per il futuro, perché con un'intesa non si chiude una partita, anzi si apre. Quindi quella cooperazione istituzionale è necessaria per Napoli ma anche per qualsiasi azioni di sviluppo nel Mezzogiorno, che deve diventare la priorità del Paese".
"Bagnoli - ha detto ancora Schiavella - è parte costituente della storia economica e sociale di questa città. Un pezzo importante della sua stessa identità. Ne ha connotato l'identità operaia. Ma è anche un pezzo fondamentale per ogni ipotesi di sviluppo di Napoli e di creazione di lavoro. Il progetto Bagnoli deve avere una visione complessiva già adesso. Le scelte che restano aperte sono tante, tanti i nodi che vanno sciolti. Se tali nodi saranno considerati al di fuori di un progetto complessivo, diventa più facile il rischio che la discussione avvenga per punti di principio. Se si vuole un confronto si deve essere disponibili ad ascoltare le opinioni degli altri, a trovare un punto di sintesi".
"Siamo stati - ha continuato Schiavella - fra coloro i quali hanno sempre sostenuto che il commissariamento era una violazione dei principi costituzionali che attribuiscono al Comune le norme in materia urbanistica, cosi come allo stesso tempo eravamo convinti che sulla bonifica il commissariamento avesse senso. L'intesa ha risolto questo problema? Politicamente si, operativamente no. Le scelte urbanistiche debbono essere in capo all'amministrazione comunale, ma siamo consapevoli che il soggetto attuatore Invitalia sta ancora al suo posto. Un tema questo sul qualche non vorremmo rimanere impantanati nei prossimi mesi".
"La fase di discussione fra le istituzioni - ha ricordato Schiavella - ha avuto momenti di tensione, e questo ha ridotto gli spazi di partecipazione. Sarebbe delittuoso che oggi, sugli spazi che si aprono nella fase attuativa, che sarà lunga e complessa e sulle scelte che restano aperte, quella discussione non si apra in termini strutturali. Da parte nostra c'è una condivisione forte sugli obiettivi di una amministrazione comunale partecipata, ma anche una forte critica su come quella partecipazione si evidenzia, troppo spessa lasciata allo spontaneismo, al chi urla di più. Questo è un limite che va superato. Chiediamo, sulle scelte che restano aperte, l'attivazione di un metodo partecipativo vero".
In un contesto sociale, economico e produttivo fortemente segnato da quello che è accaduto negli ultimi anni, bisogna colmare ciò che in questi anni si è prodotto, ovvero un aumento forte delle diseguaglianze. Un progetto di sviluppo complessivo non può che essere parte di un progetto più ampio di riduzione delle diseguaglianze: l'accesso ai beni comuni fondamentali, come l'ambiente e il territorio, ma ancora di più l'accesso ai saperi".
"Se un pezzo della crisi - ha aggiunto Schiavella - ha sancito la scomparsa dell'apparato produttivo, se un pezzo della ripresa è stata attribuibile al terziario e al turismo, possiamo immaginare che Bagnoli usi solo una di queste due gambe? O immaginiamo una sua destinazione produttiva che vada oltre, compatibile con la scelta ambientale, legata alla conoscenza, all'innovazione, al trasferimento tecnologico? Per questo Città della Scienza è un patrimonio che va salvaguardato, perché nessun piano di sviluppo di Bagnoli può prescindere dalla valorizzazione di tale esperienza superando le attuali difficoltà".
"Per quanto riguarda il rapporto tra Bagnoli e i progetti di sviluppo complessivi della città, riteniamo necessaria una regia istituzionale, che provi a tenere insieme gli interventi infrastrutturali previsti dal Patto per la Campania e dal Patto per Napoli, gli interventi di bonifica e di riutilizzo di aree strategiche della città, la Zes, gli interventi di riqualificazione urbana nelle periferie, di valorizzazione del centro storico".