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A Napoli e in Campania "c'è un grande tema di tutela del territorio, di contrasto a ogni forma di abusivismo e di corretta pianificazione: la legge regionale campana purtroppo va in direzione opposta". Lo afferma il segretario generale della Camera del Lavoro di Napoli, Walter Schiavella, ai microfoni di RadioArticolo1 nella trasmissione Italia Parla.
Dopo il terremoto a Ischia è tornato alla ribalta il tema dell'abusivismo. Il governatore Vincenzo De Luca ha chiesto di inasprire le pene, mentre lo scorso 8 agosto il governo aveva impugnato la legge regionale sugli "abusi edilizi di necessità", ritenendola "ispirata a principi diversi da quelli dell'interesse nazionale", come ha detto il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio.
Schiavella respinge il concetto di "necessità" accostato alla pratica dell'abusivismo: la legge "è inaccettabile", a suo avviso. "Così - spiega il sindacalista - si rischia di legittimare un reato con l'idea di una necessità: non dimentichiamo che l'abuso edilizio è una violazione della legge, nessuna esigenza lo può giustificare. Si scaricano danni enormi sulla collettività, in termini di tutela del territorio, inquinamento, mancata sicurezza e oneri aggiuntivi per la comunità". Il presidente De Luca "non coglie questo e altri problemi, ciò è molto preoccupante".
Secondo le stime, in Campania esistono 80mila alloggi abusivi che coinvolgono circa 300mila persone. "L'Italia è un Paese che ha deciso di non affrontare l'emergenza abitativa - secondo Schiavella -, da troppo tempo si tagliano risorse e non si avvia una politica residenziale pubblica in grado di rispondere ai bisogni primari dei cittadini. Così si è determinata la situazione attuale".
Gli strumenti di pianificazione urbanistica, insieme alle leggi già definite negli anni, in teoria potrebbero risolvere una parte del problema: "Purtroppo, però, le sanatorie sono servite soltanto a incassare: a oggi la maggioranza di quelle pratiche sono chiuse nei cassetti dei Comuni, senza riuscire a stabilire quali abitazioni possono essere realmente sanate e quali andranno abbattute". Bisogna creare le condizioni per arrivare a un'inversione di tendenza: "Va ricostruito un patrimonio di edilizia residenziale pubblica, in questo modo si può mitigare un mercato immobiliare che è preda della speculazione. Senza un intervento serio il problema della casa non potrà avere risposte e gli abusi continueranno anche in futuro".
Il dramma del terremoto non si lega solo all'abusivismo, ma riguarda anche la qualità del costruire. "Non è il sisma che uccide ma le case - riflette il sindacalista -: si tratta, in maggioranza, di abitazioni costruite in maniera non adeguata per resistere ai terremoti. Il 70% del patrimonio edilizio italiano è stato edificato prima delle norme antisismiche, per questo ora si pone con forza il problema delle risorse necessarie per avviare la messa in sicurezza. Sul lungo periodo è un investimento conveniente da fare, considerando tutti i fondi che vengono spesi per affrontare le singole emergenze". Tra le ultime misure definite, conclude, "il bonus sisma è una buona risposta, ma non basta senza una seria pianificazione che intervenga sulla nostra edilizia molto frammentata".