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Il quarto anno di crisi presenta uno scenario denso di problemi e di emergenze che attendono una risposta.
La negazione della profondità della crisi da parte del Governo precedente e l’affannosa quanto iniqua fase di tamponamento sul versante finanziario dell’attuale Governo non ha invertito il trend negativo e rende oggi evidente la estrema virulenza e la profondità della crisi, come testimoniano anche gli ultimi dati sull’andamento del PIL diffusi oggi.
I lavoratori, i pensionati, i disoccupati, a partire dalla drammatica situazione dei giovani, non sono più in grado di sopportare il peso della crisi e ciò rende non più rinviabile un deciso cambiamento nella politica del Governo sia in termini di risposte immediate che di rivisitazione strategica della propria azione.
La CGIL intende concorrere, con le proprie proposte, ad accelerare questa fase. La positiva decisione della BCE sull’acquisto dei titoli di stato dei Paesi più in difficoltà può servire ad alleggerire la pressione speculativa, ma occorre dare una soluzione strutturale che metta al riparo l’economia europea dalle incursioni della finanza internazionale, così come è ormai evidente che il solo mercato non risolve il tema dello sviluppo e scarica fatalmente sulla parte più debole dei cittadini le sue contraddizioni.
Si pone cioè il tema di un intervento strutturale sui debiti sovrani e, insieme, il tema del ruolo pubblico nell’economia, nella sua conduzione e nell’indirizzo e di quali strumenti si debbano dotare gli Stati per poter favorire ed orientare la crescita.
La CGIL è impegnata ad approfondire questi temi in chiave strategica nell’ambito dell’elaborazione del “Piano per il lavoro” in vista della propria Conferenza Programmatica.
Nell’immediato, in chiave congiunturale e in coerenza con i cambiamenti strutturali necessari, occorre utilizzare una parte dei proventi dell’azione di recupero dell’evasione fiscale per un intervento di detassazione del lavoro e delle pensioni, da concentrare sulle prossime tredicesime, in modo da poter dare un aiuto al ciclo economico dal lato della domanda interna.
Allo stesso modo occorre introdurre una tassa sui grandi patrimoni per finanziare tutti gli strumenti necessari ad affrontare le tante situazioni critiche sul versante delle crisi aziendali, sia confermando la cassa integrazione in deroga, sia ripristinando le regole per l’accesso alla pensione in vigore prima della riforma per tutti i lavoratori coinvolti in processi di ristrutturazione, in attesa di una rivisitazione più equa e meditata della riforma stessa a partire dalla soluzione strutturale della questione degli “esodati”e degli altri provvedimenti correlati quali il sistema di rivalutazione delle pensioni.
Infine non è più rinviabile un’azione immediata di assunzione di responsabilità del Governo nei punti di crisi aziendali più acuti oltre che nelle macro scelte di politica economica del nostro Paese.
Il CD della CGIL ribadisce la propria contrarietà alla politica dei tagli nel lavoro pubblico a cui corrisponde, inoltre, la contrazione delle prestazioni rese ai cittadini e che dimostra ancora una volta la evidente sottovalutazione del Governo sul ruolo anticiclico che potrebbe avere invece un welfare moderno ed inclusivo. Anche per questo la CGIL condivide e sostiene lo sciopero dei lavoratori pubblici del prossimo 28 settembre e lo sciopero nella scuola e nel settore della conoscenza del 20 ottobre.
Le crescenti difficoltà generate dalla crisi e dalla politica dei tagli stanno determinando, oltre il limite della sopportabilità, un senso di solitudine ed impotenza in migliaia di uomini e di donne che vedono a rischio il loro futuro. Tutto ciò può favorire iniziative frammentarie e disperate. La CGIL non intende rassegnarsi di fronte alle difficoltà presenti e decide di promuovere una manifestazione nazionale per il lavoro che unifichi e dia visibilità a tutte queste vertenze in modo da non rinunciare alla ricerca collettiva delle soluzioni possibili.
Il CD della CGIL decide di avviare una campagna di assemblee in tutti i luoghi di lavoro per condividere la propria strategia, resta attenta ad ogni possibile convergenza unitaria e chiede al Governo risposte concrete e coerenti con la gravità della situazione.
Il CD della CGIL dà mandato alla segreteria, in caso non sia possibile cogliere risultati soddisfacenti, di programmare azioni di lotta sino allo sciopero generale.
Roma 10 settembre 2012