Dopo le violente dichiarazioni razziste e sessiste pronunciate da alcuni esponenti leghisti di primo piano nei confronti della ministra per l’integrazione, oggi Matteo Salvini, europarlamentare della Lega Nord e segretario lombardo, ha lanciato la campagna "1.000 piazze con la Lega, per un referendum sui clandestini e sul ministro Kyenge", scagliandosi contro l’iniziativa della ministra a sostegno del riconoscimento della cittadinanza italiana per le seconde generazioni nate in Italia, e attaccandola sul piano personale per la sua appartenenza famigliare e la sua provenienza.
"Si vuole colpire Cecile Kyenge – sostiene la Cgil Lombardia – come donna e come cittadina italiana di origine africana, e ciò è tanto più odioso, perché offende il sentire di una larghissima parte del popolo lombardo e specula sulla recente tragedia di Niguarda. A tal proposito, la richiesta avanzata da Salvini di militarizzare la città di Milano, fa parte della demagogia tipica della Lega, che ha sempre considerato il fenomeno dell’immigrazione un problema di ordine pubblico, mentre si tratta di avere leggi più eque che, determinando i flussi in entrata commisurati alle necessità produttive del territorio, consentano una vera accoglienza, garantiscano l’integrazione e diano stabilità alle persone".
"Pensare di colpire quelle associazioni, che si occupano delle pratiche relative all’immigrazione nell’ambito delle leggi nazionali – continua la Cgil lombarda –, deriva da una profonda ignoranza dei meccanismi dello stato, che si avvale di questi aiuti privati, pochissimo remunerati, per non aumentare la spesa e il numero dei dipendenti pubblici. Ricordiamo che i cittadini di origine straniera che vivono, studiano e lavorano in Lombardia rappresentano ormai più del 10% della popolazione, e che sono migliaia le firme raccolte nella nostra regione a favore della legge di iniziativa popolare della CGIL sullo ius soli, una questione sulla quale si è più volte espresso anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, definendolo un fatto di progresso e di civiltà per tutto il Paese".
A giudizio della Cgil, "si rimuove il fatto che la clandestinità in Italia è frutto di una legge come la 'Bossi–Fini', e che oggi la quasi totalità degli immigrati regolari ha un passato di irregolarità proprio per responsabilità di quella legge, tesa solo a contrastare il fenomeno migratorio. Peraltro, sempre per effetto di quella legge, sono molti gli immigrati che, dopo anni di presenza regolare, cadono in una condizione di irregolarità. Tutto questo rischia di esasperare il disagio sociale che accomuna italiani e stranieri a causa della perdurante, grave crisi economica. L’irresponsabilità di Salvini, della Lega Nord e delle loro campagne xenofobe è evidente a tutti: non si può giocare sull’emotività che il gravissimo fatto di sangue accaduto a Niguarda ha giustamente provocato, per proporre messaggi politici fuori dal tempo e dalla storia e che, anziché indicare le soluzioni ai problemi, mirano solo a dividere le persone.
Per la Cgil, "che da sempre si batte per l’integrazione e il pieno riconoscimento dei diritti di cinque milioni di migranti che vivono e lavorano in Italia, tutto questo è inaccettabile, e produce gravi danni alla convivenza civile. Chiediamo pertanto che il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, prenda con nettezza le distanze dalle dichiarazioni e dalle iniziative dei dirigenti del suo partito, assolvendo il proprio dovere istituzionale di essere presidente di tutti, anche di quella parte della popolazione lombarda che crede nell’uguaglianza e nella solidarietà. La petizione dell'onorevole Salvini è razzista e fuori dalla Costituzione, non va firmata, anzi, deve essere ritirata. Ci sono invece firme utili: per questo, invitiamo il Presidente Maroni a sottoscrivere la proposta di legge di iniziativa popolare che porta il titolo 'Io riattivo il lavoro', su cui noi, insieme ad altre associazioni e organizzazioni, stiamo raccogliendo migliaia di firme per il riutilizzo a favore della collettività, dei beni confiscati alla mafia".
Cgil Lombardia, Lega ritiri petizione contro Kyenge
16 maggio 2013 • 00:00