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Governare l'innovazione, contrattare la digitalizzazione è il filo conduttore della Conferenza di programma della Cgil, che si tiene il 30 e 31 gennaio a Milano. “Il titolo contiene le nostre due ambizioni: prima di tutto non opporsi all'innovazione, anzi favorirla, perché l'opposizione significa marginalità e conseguenze sociali più gravi. Il nostro Paese ha perso il 25% della sua capacità produttiva proprio perché non c'è stata innovazione: basti pensare che, tra le aziende che negli anni sono sparite, il 75% di loro non aveva Internet". Così Alessio Gramolati, responsabile per la Cgil dell'Ufficio lavoro progetto 4.0, parla dell'appuntamento nel capoluogo lombardo ai microfoni di RadioArticolo1.
"Il governo dell'innovazione è la sfida che lanciamo - dice Gramolati -, e allo stesso tempo vogliamo contrattare la digitalizzazione, perché riguarda la persone e la loro condizione di vita. Come si tengono insieme le due cose? Con una parola d'ordine semplice, ma efficace: buon lavoro".
A Milano sono previste due giornate molto intense. "Saranno coinvolti 1.400 invitati, una platea molto importante per una sfida essenziale. Sarà un'iniziativa aperta alla città, si aprirà con il saluto inaugurale del sindaco, e vedrà la partecipazione di delegati, esperti nazionali e internazionali. Avremo poi tre esperti di rilievo che accompagneranno i lavori". Tanti interventi, dunque, e occasioni di approfondimento: "Ci saranno tre panel condotti dal giornalista Luca Patrignani, che vedranno protagonisti delegati e delegate. Un panel specifico sarà dedicato alle persone che lavorano sulle piattaforme, da Amazon agli altri atipici, un altro ancora affronterà il governo dell'innovazione nella sua dimensione territoriale".
Molte voci arriveranno dal palco. Delegati della Funzione pubblica parleranno delle esperienze in sanità, i pensionati racconteranno la loro condizione. "Ci saranno esperienze davvero significative, da Trento a Modena e Reggio Emilia - prosegue Gramolati -, situazioni dove l'innovazione va a vantaggio delle persone che ne hanno più bisogno, per esempio quelle con difficoltà motorie. Il fattore è determinante anche per l'accesso ai servizi che altrimenti sarebbero negati". Un panel sarà dedicato alle condizioni di lavoro: "Si parlerà di Lamborghini e Perugina, per citare alcuni casi, ci sarà un confronto su come contrattare le condizioni di lavoro all'interno di questi processi aziendali. Processi - specifica - che non arrivano per volontà divina, ma per l'azione di uomini che cercano di trarne vantaggio: allora bisogna riflettere su come distribuire i risultati anche a favore del 99% della popolazione che finora è rimasta esclusa".
Gramolati riassume poi l'attività dell'Ufficio progetto lavoro 4.0. "In un anno e mezzo ha prodotto risultati importanti - spiega -. La prima fase è stata quella della presa in carico del problema, depurandola dai timori di chi vede nella novità solo un elemento di rischio. Una quota di preoccupazione è legittima, naturalmente, ma non può essere alla base dell'azione di una grande organizzazione come la nostra. Ora stiamo stilando la base di una discussione programmatica che ci condurrà al congresso, con l'obiettivo di dare operatività a tutto questo, portarlo nella nostra dimensione quotidiana, ovvero i luoghi di lavoro". Per il sindacalista, “la Cgil deve essere saldamente unita nel dare risposte: vogliamo un futuro in cui il buon lavoro abbia davvero un senso".