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La Cgil condanna con fermezza il clima di odio e le scritte antisemite apparse in questi giorni. Il sindacato “impegna le proprie strutture a moltiplicare le iniziative per contrastare questa deriva pericolosa e per mettere al centro i princìpi costituzionali e di convivenza democratica, fondati sul diritto al lavoro, la solidarietà e la giustizia sociale”. Inizia così il documento approvato dal comitato direttivo della Cgil nazionale, che si è riunito il 3 e 4 febbraio, a larghissima maggioranza. “Il contrasto alla narrazione della paura – prosegue il testo – si nutre anche di atti concreti, per questo chiediamo al governo, oltre ad avviare un processo di riduzione e riconversione delle spese militari, di abrogare al più presto le disposizioni in materia di asilo, immigrazione e cittadinanza contenute nei decreti sicurezza e sicurezza bis”.
Il sindacato ha avviato un confronto con l'esecutivo. Il direttivo “valuta positivamente il cambiamento sul piano del metodo e il relativo confronto messo in campo con l'apertura dei tavoli tematici – previdenza, fisco, lavoro pubblico, investimenti e Mezzogiorno – che dovranno condurre a una serie di scelte concrete in previsione del Documento di economia e finanza. Nel merito dei provvedimenti, l'intervento di riduzione del cuneo fiscale sui lavoratori e le lavoratrici rappresenta un primo importante risultato dell'iniziativa unitaria”.
Il provvedimento – ancora in corso di pubblicazione –, che aumenta il netto in busta paga dei lavoratori e delle lavoratrici dipendenti per i redditi annui fino a 39.000 euro, “si è mosso in un’ottica di redistribuzione – continua –: ha allargato ad ulteriori quattro milioni e mezzo di lavoratori la riduzione Irpef e ha migliorato per ulteriori 11 milioni il bonus 80 euro – portandolo fino a 100 – ed eliminando le distorsioni che lo avevano caratterizzato”.
Giudizio critico viene riservato invece al nodo delle risorse. “Risultano largamente insufficienti le risorse per investimenti e Mezzogiorno, per il rinnovo dei contratti pubblici e per le assunzioni nel pubblico impiego e nella conoscenza, le misure a favore dei pensionati dalla legge sulla non autosufficienza al mancato intervento sulla rivalutazione delle pensioni in essere”. Nel particolare “mancano strumenti e risorse sia per affrontare l'emergenza abitativa che per contrastare la povertà educativa e affermare istruzione, formazione e conoscenza come assi strategici per un nuovo modello di sviluppo”.
Occorre favorire una nuova fase di crescita e di sviluppo sostenibile del nostro Paese, secondo la Cgil, ripensando una nuova funzione dell'intervento pubblico per invertire il trend negativo dell'industria nazionale. “Così come occorre esercitare un forte coordinamento delle vertenze aziendali, di gruppo e di settore aperte per la difesa dell'occupazione e dell'insieme del sistema produttivo e dei servizi, al fine di impedire licenziamenti e chiusure di attività anche attraverso una riforma e una estensione degli ammortizzatori sociali”. Il direttivo dà mandato alla segreteria nazionale, “a partire dai tavoli di confronto aperti, a produrre ogni sforzo affinché su queste importanti rivendicazioni si arrivi a concreti risultati”.
La Cgil ribadisce poi la funzione della contrattazione collettiva: “Può giocare un ruolo straordinario in tutte le sue declinazioni – nazionale e di secondo livello, inclusiva, di filiera sito o territoriale, sociale o per lo sviluppo – solo se saprà coinvolgere delegati e delegate, lavoratori e lavoratrici, pensionati e pensionate con un nuovo protagonismo e nella dimensione di un cambiamento concreto delle condizioni materiali e sociali”. Il direttivo, infine, dà mandato alla segreteria “di informare gli iscritti, e l'insieme del mondo del lavoro, di quanto fino ad oggi raggiunto nel rapporto con il governo e nel contempo di mettere in campo tutte le iniziative necessarie, fino alla mobilitazione, per sostenere le rivendicazioni della piattaforma unitaria”.