Il Friuli come laboratorio avanzato di relazioni sindacali e di contrattazione integrativa tra sindacati e aziende, che punti alla reintroduzione dell’articolo 18 come forma di stabilizzazione e fidelizzazione dell’occupazione, come già successo in alcune aziende in Italia e nel Fvg, percorsi avanzati di formazione in alternativa al demansionamento come risposta alle rigidità imposte dalla legge Fornero sull’età pensionabile, al superamento delle norme sul controllo a distanza previste dai decreti attuativi del jobs act. Questa la proposta che il segretario regionale della Cgil Franco Belci lancia al presidente di Confindustria Udine Matteo Tonon, «con l’auspicio – spiega Belci – che le buone relazioni fin qui costruite, già concretizzatesi con la sottoscrizione di un protocollo sulla legalità, possano tradursi in buone pratiche».
«Chiamiamo in causa direttamente Confindustria Udine – dichiara Belci, intervenuto oggi a concludere un’iniziativa organizzata dalla Cgil friulana –perché la riteniamo come l’espressione più autentica del manifatturiero regionale, quella con il maggiore radicamento tra l’industria, i suoi rappresentanti e il territorio. Cosa che non si può dire per le altre associazioni provinciali. Quanto a Confindustria Fvg, ci risulta difficile costruire un confronto con un presidente che continua a chiudere le porte a un nuovo protocollo di legalità su Fincantieri, nonostante i ripetuti appelli della Prefettura di Gorizia e l’intervento della commissione antimafia».
Da qui la scelta di Udine come territorio di una sperimentazione che per Belci può rappresentare un modello da esportare su tutto il territorio nazionale, nell’ambito di una proposta, quella lanciata oggi a Udine dal segretario regionale, «cui guardano con estremo interesse anche i vertici nazionali della Cgil».
Cgil: Friuli laboratorio nazionale contrattazione
18 giugno 2015 • 00:00