“È sotto gli occhi di tutti che la deriva è inarrestabile. Quanto avvenuto dimostra che è necessario che il governo modifichi le norme sul mercato del lavoro, faccia in modo che ricomincino i controlli degli ispettori e che i committenti siano responsabilizzati non solo sulla qualità del servizio prodotto, ma anche sulle tematiche sociali, quali le tipologie di rapporti di lavoro applicati”. Così in una nota la Slc e Nidil Cgil di Firenze commentano i fatti del call center “Italcarone” di Incisa Valdarno, vicino a Firenze, in cui le dipendenti potevano anche essere frustate se non raggiungevano gli obiettivi fissati dall'azienda.
Prosegue la nota: “Sono stati scoperti e arrestati i responsabili che hanno vessato ripetutamente le lavoratrici e i lavoratori. Non solo non si rispettano le regole; non solo si sfrutta il lavoro giovanile forti delle difficoltà occupazionali, ma siamo addirittura alle percosse fisiche per aumentare la produzione. Non è un caso che questo avvenga in un call center, l'ormai triste mondo che sta tornando a essere il buco nero del mercato del lavoro, nonostante il nostro impegno nel trasformarlo in un luogo di lavoro normale”.
In assenza di un cambio di rotta, conclude il comunicato, “quanto successo ieri non sarà un'eccezione, ma diventerà la norma. Esprimiamo la solidarietà a tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori coinvolti in questa vergognosa vicenda e invitiamo, come peraltro già avvenuto, coloro che a decine hanno subito qualsiasi forma di pressione o di ricatto a rivolgersi presso le strutture della Cgil nel territorio”.
Cgil Firenze, maltrattamenti in call center non sono un caso
13 maggio 2010 • 00:00