“Solidarietà ai profughi: bambini, donne, uomini e nuclei familiari che provengono da Paesi in guerra o in condizioni di povertà e di totale deprivazione materiale, in cui non è più possibile vivere”. A dirlo sono la Cgil Ferrara e la Cgil Emilia Romagna, commentando i blocchi stradali che a Goro e Gorino, nel ferrarese, hanno impedito l'accoglienza di 12 donne africane richiedenti asilo e dei loro otto bambini. I sindacati esprimono anche “sostegno alle istituzioni quando, nel rispetto delle leggi italiane ed europee, lavorano per garantire sia la legalità nei diversi ambiti del vivere quotidiano, che la sicurezza di tutte le persone e i cittadini che, soprattutto in questa fase, sono impegnate a garantire un adeguato, dignitoso e civile livello di accoglienza”.
Cgil Ferrara e Cgil Emilia Romagna condannano “ogni forma di violenza, razzismo, xenofobia o strumentalizzazione della paura per fini politici, che puntano allo scontro sociale, con il mero scopo di incrementare il divario tra poveri”. E manifestano solidarietà “ai Comuni che credono sia importante accogliere in modo non emergenziale ma strutturale, attraverso un’organizzazione seria e di sistema, in grado di affrontare e gestire i diversi ambiti che caratterizzano la convivenza tra persone con culture diverse”.
Per i sindacati serve “una progettualità di medio e lungo termine, che preveda, ad esempio, l’ampliamento dei posti Sprar o l’attivazione di percorsi formativi e di inserimento socio-lavorativo per i migranti, al pari dei cittadini autoctoni disoccupati. Ma è evidente che alimentare l'intolleranza evita anche di poter ragionare con le popolazioni locali così da non affrontare il tema fondamentale che sta nella redistribuzione della ricchezza e nella necessità di garantire giustizia sociale e solidarietà. Azioni o idee diverse, di propaganda o di esclusione dei migranti dal processo di sviluppo economico, sociale e culturale di questo paese, non solo sono anacronistiche ma non porteranno nulla di buono in un mondo che è diventato più povero, meno sicuro, con meno diritti per tutti e più privilegi per pochi”.