Lavoro, ambiente e come conciliarli. Tema antico e a Taranto quanto mai attuale, visti i danni arrecati dall’Ilva alla città e alla salute dei suoi abitanti. Se ne è parlato giovedì 15 marzo in un incontro tra le Rsu Fiom dello stabilimento siderurgico, la Fiom provinciale – rappresentata dal suo segretario generale Rosario Rappa –, la Fiom nazionale – con Vittorio Bardi – e il segretario generale della locale Camera del lavoro Luigi D’Isabella.

La riunione, si afferma nel comunicato finale, “è servita a fare il punto della situazione sul tema del rapporto tra Ilva e impatto ambientale, alla luce delle novità scaturite con le recenti perizie presentate presso il Tribunale di Taranto”. E a dire, innanzitutto, che “la strada maestra dell’ambientalizzazione della fabbrica è fattibile, accresce ulteriormente il livello di competitività dello stabilimento, ed è l’unica in grado di garantire coesione sociale al nostro territorio, scongiurando la deriva di un conflitto tra lavoro e ambiente”. Un’affermazione che non è una petizione di principio, e che ha alle spalle il concreto lavoro sin qui realizzato per il risanamento: gli investimenti ambientali, la legge regionale sulla diossina, l’avvio della certificazione Emas e così via; interventi che, si dice, “hanno sedimentato conoscenze, professionalità, qualità produttiva”, tanto da porre lo stabilimento tarantino ai primi posti in Europa.

Occorre proseguire su questa strada, appunto, lì dove le emissioni danno luogo alle maggiori criticità, come nel caso delle polveri sottili; ed è necessario, insieme, che l’Ilva “metta in campo con celerità interventi e azioni incisive" per il loro abbattimento . A questo fine, “anche con l’ausilio di esperti esterni”, Fiom e Cgil si renderanno “disponibili ad avanzare proposte tecniche per interventi concreti”. E per tutto questo, proseguono i metalmeccanici e la Camera del lavoro, è “positiva e condivisibile la decisione di riapertura della concessione dell’Aia, facendo riferimento alla recente normativa europea per l’applicazione delle migliori tecnologie esistenti”.

Il processo di ambientalizzazione era ed è graduale e ha bisogno di aggiornamenti continui, ricordano Fiom e Cgil. Ma gli interventi necessari – tutti – possono essere realizzati, garantendo la continuità operativa degli impianti.

Decisivo, in questo processo, il confronto con l’azienda – il suo carattere sistematico –, valorizzando il ruolo di Rls e Rlsa (rappresentati lavoratori sicurezza e ambiente).

Vengono valutati positivamente, infine, gli impegni assunti dal ministro Clini, su richiesta di Regione ed enti locali, in tema di bonifica del territorio. La previsione di una legge ad hoc per l’area tarantina è una soluzione all’altezza delle necessità. Importante, in questo contesto, il rafforzamento dell’organico dell’Arpa e dei servizi di prevenzione e controllo della Asl, prevedendo anche la realizzazione di un centro di analisi e ricerca epidemiologica che coinvolga, così come per il polo tecnologico sull’ambiente, istituzioni scientifiche pubbliche e private.