Il comitato direttivo della Cgil ha approvato il documento presentato dalla segreteria nazionale con 109 voti (86,5%) contro i 17 voti (13,5%) andati al documento della minoranza. Il Direttivo di corso d'Italia riprenderà domani: al centro della discussione la vertenza Fiat.

Ecco il testo del documento approvato.

La situazione del paese è molto grave, a partire dal dramma occupazione.
La crisi mondiale, all'origine della crisi europea e nazionale, continua a dispiegare i propri effetti e dimostra in particolare in Europa che sono prioritarie scelte per lo sviluppo e il lavoro e che non si può continuare ad inseguire ricette finanziarie e liberiste, la mancanza di questi cambiamenti porterebbe a nuove inevitabili drammatizzazioni.
L'Europa è chiamata a scelte urgenti che abbiano questo segno, i ritardi e le assenze di un governo politico dell'Europa sono parte essenziale della crisi che il nostro paese vive e questa deve essere una priorità del governo italiano che, ripristinata la propria credibilità internazionale, deve muoversi in questo senso.
In Italia i consumi sono fermi, la produzione bloccata e la curva dell'occupazione precipita, alimentando una fase recessiva che crea sfiducia e non fa apparire una prospettiva certa di uscita dalla crisi.
Intervenire per arginare questa situazione era ed è necessario, ma è oggi ancor più evidente che il rigore non può essere a senso unico, che equità e sviluppo continuano a rappresentare la priorità, come abbiamo sostenuto nella mobilitazione e nelle proposte unitarie verso la manovra approvata.
Capitolo che non riteniamo chiuso a partire da necessarie modifiche che devono essere apportate al sistema pensionistico sulla base delle proposte unitarie.
Per questo la CGIL, all'apertura del confronto sul lavoro conferma che il tema non può e non deve essere isolato e che un parallelo confronto e accordo con le forze sociali deve urgentemente svilupparsi anche sugli interventi per lo sviluppo e il mezzogiorno, sui temi del fisco e dei redditi, per un welfare basato su diritti di cittadinanza a partire dalle condizioni dei non autosufficienti e per uno straordinario piano per il lavoro indirizzato ai giovani.
Per quanto riguarda i temi del lavoro è corretta l'ipotesi, dopo la fase di preliminari incontri in corso, di un tavolo di confronto unico che abbia l'obiettivo di un accordo con le parti sociali, la cui unica discriminante è rappresentata dal merito dei problemi che saranno affrontati.
L'incontro unitario già fissato fra CGIL-CISL-UIL è una tappa importante di questo percorso.
Un confronto sul lavoro non può prescindere dalla drammatica realtà attuale e da interventi urgenti coerenti con le ipotesi di riforma.
Le responsabilità del governo precedente continuano, assieme alla crisi, a provocare crescenti e gravi problemi alla condizione del lavoro.
Cresce l'area di chi finisce le tutele e di chi ne è totalmente privo.
Cresce drammaticamente la disoccupazione di giovani e donne, gli scoraggiati e il sommerso.
I lavoratori in mobilità e tutti coloro che hanno perso il lavoro devono avere certezze rispetto alle nuove norme previdenziali.
Così come nei settori pubblici per tutelare l'occupazione occorrono regole, relazioni sindacali, strumenti diversi dagli attuali.
Sono solo alcuni dei temi che richiedono risposte immediate per la condizione delle persone e per il futuro del paese e che vanno contestualmente affrontati alla riforma delle regole del lavoro.
La CGIL indica due priorità per il confronto. La prima è una riforma del sistema degli ammortizzatori su due pilastri: la cassa integrazione e l'indennità di disoccupazione entrambe basate su criteri di universalità che non dividano le tutele per i lavoratori.
La seconda è una drastica riduzione della precarietà nel privato e nel pubblico che colpisce soprattutto i giovani, a partire dalla riduzione delle tipologie di impiego precario e dal loro costo maggiore rispetto al lavoro a tempo indeterminato.
Le leggi delega attualmente vigenti, frutto dell'accordo con le parti sociali nel 2007 su ammortizzatori sociali, riordino degli incentivi e servizi all'impiego possono per questo rappresentare punti di riferimento importanti.
Così si può superare la precarietà e la dualità del mercato del lavoro italiano che, come la realtà dimostra, non ha niente a che vedere con una norma di civiltà come l'art. 18 che, lo ribadiamo per la CGIL non è negoziabile e deve essere mantenuto.
In questo quadro una attenzione particolare deve essere posta alla lotta al lavoro nero e irregolare, al caporalato e alla regolarizzazione dei lavoratori immigrati, a partire dall'estensione della durata del permesso di soggiorno, in primo luogo per dare diritti a quei lavoratori e perché così si possono recuperare ingenti risorse per le riforme.
E' necessario altresì che il governo si impegni ad una ripresa reale del confronto con le organizzazioni sindacali nei settori pubblici e della conoscenza, per superare le gravi manomissioni portate avanti dal governo Berlusconi e per la riconquista di un percorso contrattuale nazionale e decentrato.
I tempi di questo confronto devono necessariamente essere legati alla sua positiva conclusione.
Il direttivo della CGIL decide, sulla base di questa impostazione, di aprire una campagna di assemblee per far conoscere le nostre proposte in tutti i luoghi di lavoro e nelle leghe dei pensionati, dando piena disponibilità a percorsi di iniziativa unitaria ovunque realizzabili e ad assemblee aperte territoriali, in particolare rivolte ai giovani ed ai precari.
Il direttivo sarà riconvocato per una valutazione del confronto dopo i primi approfondimenti fra governo e parti sociali.