"Bene i controlli fatti nei giorni scorsi dai Carabinieri del nucleo operativo del gruppo tutela lavoro di Napoli, insieme a quelli dell’ispettorato del lavoro del capoluogo, coordinati dal Capo dell’ispettorato territoriale. Meno bene i risultati che emergono, su 24 aziende controllate 18 risultano irregolari, su 62 lavoratori 32 sono risultati in nero", così in una nota la Cgil di Crotone.
Che aggiunge: "Come Cgil abbiamo più volte sollecitato e segnalato questo fenomeno che caratterizza il mondo del lavoro nella nostra provincia. Evasione fiscale e contributiva, condizioni di lavoro e di sicurezza spesso non adeguati, mancato rispetto dei contratti: queste alcune delle conseguenze che rappresentano uno spaccato della nostra economia provinciale".
Per queste ragioni, come già fatto in passato, "chiediamo con ancora più forza e attenzione agli organi competenti tutti compresa la Prefettura di Crotone la convocazione del Coordinamento provinciale sul caporalato o, come deciso l’anno scorso a livello nazionale la sottoscrizione anche a livello territoriale del Protocollo sperimentale contro il caporalato e il contrasto al lavoro nero che programmi e intensifichi l’attività ispettiva in tutti i settori delle nostre realtà produttive e che punti a ridurre il più possibile il lavoro nero".
Inoltre, conclude la nota, "chiediamo alle Regione Calabria di procedere alla sospensione dei benefici delle risorse comunitarie in tutte le aziende alle quali vengono riscontrate gravi inadempienze e violazioni contrattuali e legislative. Solo con un vero rispetto delle regole e ripristino della legalità si potrà garantire a tutti la possibilità di migliorare le proprie condizioni di lavoro . Una economia più pulita serve a dare più dignità ad imprese e lavoratori".