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In occasione della Giornata Internazionale contro il razzismo che si celebra oggi, Cgil, Cisl e Uil auspicano che i governi e le istituzioni europee mettano in campo politiche e misure per contrastare ed eliminare tutte le forme di discriminazione. E' quanto si apprende da una nota unitaria. "Ogni giorno - scrivono i sindacati - molte persone, di tutte le età, sono esposte all'odio, alle ingiustizie e alle umiliazioni a causa del colore della loro pelle, della loro origine nazionale o etnica. La Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale ci offre l'occasione per riaffermare il nostro impegno per la costruzione di un mondo di giustizia e di uguaglianza, dove l’intolleranza e la xenofobia non abbiano cittadinanza".
"In tal senso, anche le decisioni del Consiglio d’Europa sull'ingresso e la protezione internazionale di profughi e rifugiati devono rispettare e garantire i diritti umani riconosciuti dalle convenzioni internazionali ed europee. Il recente accordo Ue-Turchia non va in questa direzione e non traccia percorsi sostenibili per l’Unione Europea, per i paesi di transito e soprattutto per le persone che chiedono rifugio nel nostro continente".
I sindacati dunque proseguono: "È possibile costruire una pace duratura che rispetti il principio della parità di trattamento nel diritto e nella dignità di tutti gli individui, senza distinzione di etnia, di sesso, religione, origine sociale e culturale. Per quando riguarda il nostro paese, occorre mettere in atto politiche e norme tese a contrastare tutte le forme di discriminazione e nel contempo favorire l'inclusione delle cittadine e dei cittadini immigrati, a partire dalla ripresa della discussione sulla riforma della cittadinanza attualmente al vaglio del Senato e già approvata dalla Camera. Si tratta di riconoscere un diritto fondamentale per gli oltre 800mila bambini nati e cresciuti in Italia, che spesso sono discriminati rispetto ai loro coetanei italiani. Inoltre riteniamo non più rinviabile il riconoscimento del diritto di voto amministrativo per le cittadine e i cittadini immigrati che vivono stabilmente in Italia".
Cgil, Cisl e Uil "auspicano, pertanto, che questi temi diventino una priorità nell'agenda politica del governo italiano e, più in generale, che le politiche di inclusione degli immigrati siano parte integrante e fondamentale nelle strategie per lo sviluppo sostenibile e per una maggiore coesione sociale del paese", concludono.