“Abbiamo la necessità di rilanciare e ribadire che quando parliamo di sanità parliamo della vita di tutti i cittadini pugliesi: da oggi parte un lungo percorso di mobilitazione, che comincia lunedì 14 novembre con una assemblea pubblica dei lavoratori della sanità, in programma nell'aula Balestrazzi del Policlinico di Bari alle ore 10”. É quanto hanno dichiarato questa mattina i segretari confederali di Cgil, Cisl, Uil, Gesmundo, Fumarola, Pugliese.
Il percorso di Cgil, Cisl e Uil è stato caratterizzato da diverse fasi: "Abbiamo approfondito (confederazioni e coordinamenti Funzione pubblica, pensionati, medici) i contenuti della bozza del piano di riordino e fatto le nostre osservazioni e proposte a febbraio. In quella circostanza – hanno aggiunto i sindacati – il governatore Emiliano e il dottor Gorgoni ci dissero che il nostro lavoro era a tal punto condivisibile che avrebbero potuto sottoscrivere il nostro documento. Se lo avessero fatto, non avrebbero ricevuto le osservazioni del ministero, che ha evidenziato quanto il piano presentato dalla Regione Puglia fosse carente della riorganizzazione territoriale di emergenza urgenza, carente dell'organizzazione delle reti, e in particolare quelle delle malattie tempo dipendenti (patologie cardiovascolari, infarti, ecc) in ragione delle complessità assistenziali".
"Quando noi diciamo che manca la trama – hanno osservato Gesmundo Fumarola e Pugliese –, ci riferiamo al fatto che non esistono reti. Il ministero ha anche eccepito il mancato avvio della centrale unica degli acquisti, che avrebbe portato a una razionalizzazione delle risorse, cosi come la stessa razionalizzazione della spesa farmaceutica: con queste economie si sarebbe potuto investire, per esempio, nell’implementazione degli operatori sanitari, data la carenza di personale pari ad almeno 5.000 unità. A tutto questo, come se non bastasse, si aggiunge l'urgenza di una ridistribuzione dei posti letto su base territoriale, in ragione della lettura dei dati epidemiologici, senza dimenticare che la media posti letto ogni mille abitanti, in Puglia, è molto inferiore alla media nazionale (3,4 contro 3,7), nonostante le tante emergenze sanitarie in atto. C'è poi l'annoso problema delle liste d’attesa che costringe alla mobilità passiva. Continuiamo a dire che occorre la contestuale conversione degli ospedali da chiudere, con l’istituzione dei presidi territoriali di assistenza (Pta) per rendere più appropriata l’offerta territoriale dei servizi".
"Inoltre – hanno sottolineato Cgil, Cisl e Uil –, occorre una verifica della cantierizzazione dei fondi disponibili dell'Unione europea, coerente con la nuova programmazione proposta, così come serve un miglioramento del sistema regionale con punti di eccellenza, all’interno del quale venga riprogrammata l’intera offerta sanitaria, compresa quella privata, che va riorganizzata integrandosi sempre più all’offerta pubblica. Per queste e per tante altre ragioni, che espliciteremo nell’iniziativa di lunedì 14 novembre, abbiamo deciso di mobilitarci e mobilitare le coscienze: perché occuparsi di sanità e sistema sociosanitario è questione di tutti i cittadini pugliesi, che noi vogliamo tutelare e rappresentare al meglio”.