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La nuova puntata di ‘Quadrato rosso. La formazione va in rete’, la trasmissione di RadioArticolo1 e di ‘Conoscenza & organizzazione’, la rubrica di Rassegna sindacale, è dedicata alla formazione in Campania, dove di recente la Cgil ha presentato un progetto fatto in collaborazione fra le strutture territoriali e quella nazionale. Commenta il commissario della Cgil regionale, Giuseppe Spadaro. “Tale sinergia è una grande novità nel campo della formazione e dopo di noi altri organismi sindacali lo hanno preso a modello. Nel dicembre scorso, abbiamo costruito il prototipo di ciò che avevamo in testa. La novità è che tutti i formatori senior sul nostro territorio hanno dato una mano per creare tale progetto, secondo i principi di una logica solidale”. “L’idea è quella di progettare in modo condiviso, usando esperienze formative diverse – osserva Giancarlo Pelucchi, responsabile formazione Cgil nazionale –. Ogni progetto va messo a punto in maniera solidale sul territorio. Quello nato in Campania, non è solo un corso, ma un vero e proprio coordinamento”.
“La scommessa – rileva ancora Spadaro – è fare formazione in un territorio che vantava una tradizione alle spalle, che però si era persa negli anni per mancanza d’iniziative. Stiamo cercando di creare le possibilità per una continuità della formazione, mettendo in piedi una scuola formativa ad hoc. Abbiamo deciso di scommettere su una formazione mirata per giovani dirigenti, per costituire i gruppi dirigenti del futuro. Siamo riusciti a mettere assieme 32 persone - 14 compagni e 18 compagne -, dall’età media di 37 anni, considerata abbastanza giovane nel nostro mondo -, dei quali circa la metà sono laureati. Abbiamo messo a punto un nuovo gruppo che ha già una discreta esperienza alle spalle. Una delle peculiarità richieste per potervi partecipare è che non si sia segretari generali di categoria, territoriali o di camere del lavoro. Altro requisito fondamentale, è che questi giovani siano inseriti all’interno dell’organizzazione, con incarichi già affidati. Dunque, non devono essere novizi”.
Ida Salerno, della Fisac nazionale, è una delle formatrici coinvolte nel progetto campano. “La costruzione di un coordinamento di formatori campani è un’occasione estremamente importante, che stiamo avendo con l’ausilio della Cgil nazionale. La formazione è una funzione strategica, sia per formare in modo permanente strutture sindacali già inserite, sia anche per formare giovani, coinvolgendoli con linguaggi più contemporanei e meno sindacalesi. A loro volta, anche i formatori devono essere continuamente aggiornati. Dobbiamo ramificare una rete sul territorio, in cui ci si possa scambiare le esperienze maturate, per poi riprodurle, una volta verificato che siano efficienti. È una grande prova di confederalità per una come me, dirigente del sindacato del credito, impegnata a fare la formatrice per la Cgil campana. Un’opportunità di crescita assai importante e reciproca, oltreché specializzata, che include ed è presente laddove ci sono problemi del mondo del lavoro”.
Secondo Pelucchi, sta nascendo una nuova idea di confederalità. “Abbiamo coinvolto nel progetto la maggior parte delle strutture Cgil, a livello di categorie e territori, usando vari criteri. Il primo, riguarda i docenti, che in questo caso abbiamo individuato nelle università della Campania, perché serve ricostruire un rapporto con le eccellenze regionali. I formatori avrebbero fatto da subito gruppo e gestito la fase di laboratorio, perché l’idea è quella di far emergere le competenze che le strutture campane hanno già alle spalle”.
“Partiamo dall’idea che le persone prescelte abbiano conoscenze e competenze che vanno ampliate e confermate – specifica Spadaro –. La rete, che dovrebbe partire a breve, dà continuità all’organizzazione, dal lato della formazione. Abbiamo coinvolto tre università campane, che dovrebbero confluire nel nostro progetto. Sono rappresentate tutte le categorie, le cdl, i servizi, oltre a tutte le competenze presenti in Campania. Uno dei corsi più complessi da mettere in campo è relativo alla contrattazione sociale e territoriale e al welfare campano, ed è fatto in collaborazione con lo Spi nazionale. Nel complesso, si tratta di un’operazione assai impegnativa e si può davvero definire un progetto confederale, che si concluderà all’inizio del 2017”.
Andrea Pastore, dirigente Nidil Campania, è uno dei 32 corsisti del nuovo progetto lanciato in Campania. “Oggi la formazione ha un ruolo cruciale, in quanto ci permette di aggiornare le nostre competenze, peraltro sempre più articolate. La nostra mission è dare risposte e rappresentanza a un mondo del lavoro assai complesso e disarticolato, oltreché precarizzato, e che necessita di un sindacato all’altezza dei compiti. Da questi corsi mi aspetto di arricchire e aggiornare la mia ‘cassetta degli attrezzi’, cioè il bagaglio personale di conoscenze. Spero si riesca a costituire un gruppo di giovani sindacalisti e sindacaliste con i quali fare squadra e crescere assieme, che guardi al futuro della nostra organizzazione per un sentire collettivo che ci allontani da un approccio autoreferenziale e individualistico. In caso contrario, arrecheremmo un danno irreparabile non solo al sindacato, ma anche ai nostri utenti”.
“Per ora, quello campano è solo un esperimento – conclude Pelucchi –, ma noi pensiamo che possa essere un modello esportabile sul territorio. Già da altre parti, all’interno della Cgil, cominciano a funzionare una serie di esperienze formative simili: provare a costruire diversi modelli solidali può essere salutare, stando sempre attenti alle differenze, ben sapendo che non esiste un unico modo di fare formazione”.