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Oggi, lunedì 14 maggio, a partire dalle 9 del mattino la Cgil calabrese ha suonato la campanella e aperto le porte della propria sede regionale alle quarte classi degli istituti tecnici per geometri di Catanzaro e Lamezia Terme.
“Con questa manifestazione – ha detto durante la conferenza stampa di presentazione del progetto Gianfranco Trotta, segretario organizzativo della Cgil calabrese – la Cgil si propone d'informare i giovani, stabilendo un contatto diretto e quasi fisico con loro, un contatto che sia finalizzato a informarli sul passato, ma che guarda anche alle sfide del futuro, perché oggi siamo alla vigilia di una sorta di nuova rivoluzione e di nuove lotte per riacquistare diritti, nel frattempo compressi”.
L’iniziativa, organizzata dall’appena istituito Coordinamento formazione regionale, guidato da Caterina Vaiti e fortemente voluto dal segretario generale Angelo Sposato e dalla sua segreteria, di concerto con la Cgil nazionale, nasce con l’intento di raccontare alle nuove generazioni il passato e il presente della Confederazione generale italiana del lavoro, attraverso le mostre dell’Archivio storico nazionale e l’incontro diretto con i segretari generali e organizzativi, territoriali e di categoria, che risponderanno alle domande e alle curiosità dei ragazzi sulla storia e sull’organizzazione della Cgil.
Due le mostre a disposizione dei visitatori: Gli anni Sessanta, la Cgil e la costruzione della democrazia e Bruno Trentin, dieci anni dopo. Attraverso fotografie e riproduzioni di documenti, molti dei quali inediti, la mostra Gli anni Sessanta, la Cgil e la costruzione della democrazia illustra l’impegno, spontaneo e organizzato, che singole persone, movimenti e associazioni hanno profuso negli anni Sessanta per la costruzione della democrazia con iniziative e mobilitazioni, elaborazioni e pensiero, successi e sconfitte, idee e proposte.
Gli anni sessanta hanno segnato il momento decisivo della formazione politica di un’intera generazione: sono anni complessi, a partire dalla notevole quantità e densità di avvenimenti che si sono verificati a livello nazionale, all’interno di uno scenario globale in cui il processo di decolonizzazione contribuisce ad allentare le tensioni politiche e militari in Europa favorendo indirettamente anche il processo d’integrazione economica. Anni importanti, che ci consegnano la lezione di un movimento sindacale sempre più unito nelle sue diverse organizzazioni, più autonomo dalle controparti, più democratico nel rapporto con lavoratrici e lavoratori, più impegnato in campo politico, divenuto ormai un interlocutore autorevole per le classi dirigenti e per le istituzioni dello Stato italiano.
Ai ragazzi verrà offerta l’esperienza di un viaggio attraverso lo spazio e il tempo, in un percorso che, partendo dalla Genova del 30 giugno 1960, arrivi, passando dalla Milano di piazza Fontana del 12 dicembre 1969, all’approvazione dello Statuto dei diritti dei lavoratori del 1970, attraverso quattro temi sviluppati e declinati nelle loro diverse sfaccettature: i fatti del giugno-luglio '60 a Genova, Licata, Roma, Reggio Emilia, Palermo e Catania; la riforma del sistema pensionistico; il ruolo e le conquiste delle donne; la crisi e la rinascita di fine decennio.
Un ponte ideale dallo ieri all’oggi che, anche attraverso la biografia del segretario generale Bruno Trentin, racconti ai ragazzi la nostra storia, le lotte e le battaglie alla base della conquista dello Statuto dei diritti dei lavoratori nel '70 e alla base della decisione di presentare, oggi, la Carta dei diritti universali del lavoro, Nuovo Statuto delle lavoratrici e dei lavoratori.
I ragazzi non saranno solamente attori passivi, ma a loro volta diventeranno protagonisti, raccontando la Cgil vista attraverso i loro occhi, restituendo alla classe dirigente regionale le loro ricerche sulle donne e gli uomini che hanno fatto grande la storia del sindacato in Calabria.
“Da un paio d’anni – diceva qualche mese fa Caterina Vaiti, responsabile della formazione per la Cgil calabrese –, stiamo cercando di riorganizzarci sul territorio. Le nostre parole d’ordine sono rinnovamento e reinsediamento … La formazione è lo strumento principale di tale riorganizzazione … La Cgil suona la campanella è un nostro progetto di punta, rivolto alle nuove generazioni sulle figure che hanno reso grande il sindacato calabrese. Consegneremo loro a fine percorso un attestato, con impressa la prima tessera della Cgil Calabria. L’obiettivo è che una volta l’anno tutte le Cdl suonino la loro campanella, aprendo le porte a tutti per far conoscere la storia dell’organizzazione. Faremo un concorso nelle scuole su chi ha fatto grande la Cgil della Regione”.
Una promessa mantenuta: alle ore 9 la campanella ha suonato per la Cgil Calabria e i ragazzi delle scuole, accolti dai loro coetanei del Sevizio civile, sono stati accolti nella sede di via Massara, 22. Ai saluti del segretario generale Angelo Sposato e della rappresentanza nazionale, è seguita la proiezione del filmato Una lunga storia italiana.
A tutti i ragazzi è stato regalato l’album delle figurine sulla storia della Cgil, realizzato nel 2015, in occasione della Conferenza di organizzazione. L’album, che ripercorre attraverso 80 figurine i cento anni della storia della Cgil, è già diventato un piccolo cult. Il titolo riecheggia il libello di Berlusconi: 'Una lunga storia italiana'. L’adesivo numero uno non è un personaggio, ma il quadratino rosso del sindacato, il numero 80 si proietta al futuro in mezzo agli account facebook e twitter. La curiosità: una richiesta d'iscrizione di un gruppo di suore, nel 1948, con il rompicapo della categoria in cui iscriverle. E poi Di Vittorio, Trentin, Cofferati, ma anche Marx, Gramsci, Rosa Luxemburg e Berlinguer.
È seguita la restituzione dei lavori delle classi su, tra gli altri, Pasquale Poerio e Giuditta Levato. Quella stessa Giuditta che in punto di morte, rivolgendosi al senatore comunista Poerio, diceva: “Compagno, dillo, dillo a tutti i capi, e agli altri compagni che io sono morta per loro, che io sono morta per tutti. Ho tutto dato io alla nostra causa, per i contadini, per la nostra idea; ho dato me stessa, la mia giovinezza; ho sacrificato la mia felicità di giovane sposa e di giovane mamma. Ai miei figli, essi sono piccoli e non capiscono ancora, dirai che io sono partita per un lungo viaggio, ma ritornerò certamente, sicuramente. A mio padre, a mia madre, ai miei fratelli, alle mie sorelle, dirai che non voglio che mi piangano, voglio che combattano, combattano con me, più di me per vendicarmi. A mio marito dirai che l’ho amato, e perciò muoio, perché volevo un libero cittadino e non un reduce umiliato e offeso da quegli stessi agrari per cui ha tanto combattuto e sofferto. Ma tu, o compagno vai al mio paesello e ai miei contadini, ai compagni, dì che tornerò al villaggio nel giorno in cui suoneranno le campane a stormo in tutta la vallata”.
“Ed io, o lavoratori di Calabricata, sono venuto. Ho mantenuto la promessa e sono con voi - dirà a sua volta Poerio durante un comizio tenuto qualche giorno dopo l’assassinio di Giuditta -. Ho veduto le vostre case basse, affumicate e piene di miseria. Ho veduto i vostri bimbi scalzi e pieni di fame. Ho capito perché Giuditta Levato si è sacrificata. Ho veduto le vostre pagliaie, questo cumulo di catapecchie senza un cimitero e senza una fontana e ho veramente compreso le ultime lacrime di Giuditta Levato, sul letto di morte. Ma la vendicheremo! E quando, nuovamente suoneranno a stormo le campane, per dire che l’ora della riscossa finalmente è venuta, questo piccolo borgo senza strade, diventerà il centro ideale di tutti i lavoratori d’Italia”. È anche per Giuditta Levato che la Cgil Calabria, oggi, ha suonato la campanella, con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro.
Ilaria Romeo è responsabile Archivio storico Cgil nazionale