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"Continuano gli annunci del governo. Di marce indietro e dichiarazioni d'intenti non ci fidiamo: misureremo la volontà di coinvolgere i lavoratori solo con la convocazione del tavolo contrattuale, e chiediamo garanzie occupazionali per gli addetti delle partecipate". Così Michele Gentile, responsabile Settori pubblici della Cgil nazionale, risponde alle affermazioni del ministro Marianna Madia e del presidente del Consiglio Renzi nel corso della conferenza stampa di questo pomeriggio sulla riforma della Pa.
"La partecipazione dei lavoratori pubblici - continua Gentile - è stata sinora sistematicamente e ideologicamente negata dal ministro e dal governo. Verificheremo le volontà reali e non quelle annunciate in base alla direttiva che l'esecutivo e le parti pubbliche manderanno all'Aran per l'avvio della stagione contrattuale, reso possibile solo dalla sentenza della Corte Costituzionale - sottolinea il dirigente sindacale - e non dalla volontà del governo e dal confronto con i sindacati sugli innumerevoli decreti attuativi della riforma". "Siamo già al 2017? La bulimia 'riformatrice' del premier mostra la corda?", chiede Gentile.
Per quanto riguarda la riduzione delle società partecipate da 8.000 a 1.000, prevista dal ddl delega approvato ieri in via definitiva, il responsabile Settori pubblici della Cgil evidenzia il "freno" posto a questa misura dal ministro: "chiaramente la riduzione non riguarda le società quotate". "Aggiungiamo due temi - prosegue - ovvero la garanzia occupazionale dei 264.520 dipendenti, come certifica la Corte dei Conti, e le circa 3.000 società partecipate dai privati che si presume abbiano impegnato risorse". Gentile conclude quindi con un'altra domanda: "Si sta preparando un ulteriore pasticcio come quello sulle Province?".