Nell’ambito della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la Cgil di Bari parteciperà domani, mercoledì 25 novembre, alle ore 19, al flash mob conclusivo in piazza del Ferrarese, della terza edizione di 'Generare culture non violente', la manifestazione promossa dall’assessorato al welfare del Comune di Bari, in rete con l’ufficio del Garante regionale dei diritti dei minori del Consiglio regionale della Puglia e le organizzazioni cittadine coinvolte per sensibilizzare i cittadini, specialmente le nuove generazioni, alla condivisione di una cultura non violenta e rispettosa delle donne e delle differenze, contro ogni forma di discriminazione e sopraffazione. Decine di girandole rosse accoglieranno i partecipanti all’iniziativa, a conclusione del programma che per l’intero mese di novembre ha attraversato tutto il territorio cittadino, con una serie di incontri, dibattiti, laboratori, proiezioni, mostre e seminari.
"Contrastare la violenza alle donne, di qualunque tipo essa sia – dichiara il segretario generale della Cgil di Bari, Pino Gesmundo –, deve diventare sempre più un principio che deve far parte dei nostri valori di fondo, e deve originare dalla forte e reale intenzione a contrastarlo, perché è un fenomeno subdolo, presente in modo trasversale in molte condizioni di lavoro, in modo più o meno evidente, in modo più o meno grave. La lotta contro la violenza sulle donne deve essere un investimento umano e di risorse in cui credere profondamente, e in cui coinvolgere anche gli uomini, affinché non rimanga solo 'un problema di donne'. È importante, però, tenere sempre fermo l’obiettivo che l’assunzione di uno sguardo di genere deve essere assolutamente trasversale su tutti gli istituti che compongono e qualificano l’azione negoziale e i suoi esiti. A partire dall’organizzazione del lavoro, delle retribuzioni, della salute e sicurezza, gli orari, la conciliazione e la formazione. L’attenzione alla presenza e alla valorizzazione del genere femminile sui luoghi di lavoro significa prospetticamente avviarsi verso una organizzazione del lavoro più equilibrata, attenta ai temi della produttività e della competitività, ma anche della conciliazione e del benessere. Significa anche essere attenti alla promozione e al rispetto dei diritti umani di tutti, valorizzando ed esaltando quelle differenze, che sono il valore aggiunto di tutte le organizzazioni, contribuendo a un clima di maggior benessere".