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“In questi giorni il Parlamento italiano sta procedendo con una fretta preoccupante e immotivata, prima di tutti gli altri principali paesi dell'Unione, alla ratifica del Ceta, il trattato commerciale tra Ue e Canada, che dopo il blocco del Ttip (il trattato Usa-Ue) rappresenta la bandiera di una vecchia politica commerciale, subalterna agli interessi di pochi e inefficace per un governo equo della globalizzazione economica”. Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso.
“Le scorse settimane - aggiunge la leader della Cgil -, in un'inedita importante alleanza con altre organizzazioni (Coldiretti, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food, Federconsumatori e Fair Watch), avevamo chiesto ai presidenti di Camera e Senato che le nostre istituzioni evitino la fretta interessata e procedano ad una discussione approfondita prima di assumere una decisione che continuerebbe sulla strada sbagliata di un’indiscriminata liberalizzazione e deregolamentazione degli scambi”.
“Una decisione affrettata senza che ve ne sia alcuna urgenza - prosegue Camusso - danneggerebbe fortemente la nostra economia e i nostri lavoratori. Sarebbe invece opportuno che si desse occasione ai cittadini, ai lavoratori, alla società civile e alle parti sociali di esprimere le loro opinioni e perplessità su questo trattato, che interferisce non solo sull'import e sull'export del nostro Paese ma sulla vita e sul lavoro delle persone”.
“Fermarsi - conclude il segretario della Cgil - significherebbe ripristinare un percorso democratico che è mancato durante un negoziato durato per sei anni nel segreto delle delegazioni, senza nessuna vera possibilità di accesso e di trasparenza per gli stessi parlamentari europei e nazionali. Per queste ragioni la Cgil parteciperà al presidio che si terrà il 5 luglio a Montecitorio”.