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Soddisfazione dei sindacati dopo l’incontro al Mise, con la sottosegretaria Todde, fra tutte le parti coinvolte nella riconversione energetica della centrale Enel a carbone di La Spezia. “L’incontro è andato bene”, ha detto il vicesegretario generale della Cgil, Vincenzo Colla, incontrando i lavoratori delle varie sigle sindacali venuti a Roma dalla centrale di La Spezia a presidiare la strada antistante il ministero dello Sviluppo. “Bisogna uscire dal clima di perenne campagna elettorale e dire la verità ai lavoratori e ai cittadini di quei territori” ha proseguito Colla, per il quale dal quel ‘tavolo’ di trattativa è emersa con nettezza la volontà governativa di risolvere la partita a livello di politica nazionale.
Un’assunzione del problema che ha confermato alle delegazioni presenti di Cgil, Cisl, Uil, delle categorie nazionali e locali di Filctem, Uiltec e Flaei, e delle altre associazioni presenti, il piano energetico nazionale precedentemente illustrato e necessario per la produzione energetica e la competitività del Paese. Terna, presente al tavolo, ha ribadito che la dismissione della centrale a carbone è subordinata alla garanzia della sicurezza energetica per il Paese che, in questa fase tecnologica, non può prescindere dall'utilizzo del gas. Quindi, per i sindacati, il 2025 rimarrebbe una data solo ipotetica per l’uscita dal carbone, se non si metteranno subito in campo le procedure necessarie. I sindacati hanno unitariamente ribadito perciò la necessità di una riconversione dell'area che acceleri l'uscita dal carbone e che sia opportunità di investimenti e sviluppo sostenibile per il territorio, con le necessarie ricadute occupazionali, per coniugare sviluppo del territorio e tutela dell'ambiente e della salute.
Cgil, Cisl Uil e le loro categorie chiedono quindi che Enel rivesta un ruolo attivo anche per attrarre investimenti nell'area.
“Serve un progetto di prospettiva che contempli investimenti in settori strategici, nelle rinnovabili e nelle nuove tecnologie” scrivono i sindacati in una nota in cui ribadiscono di aver chiesto al governo che si faccia parte attiva nella convocazione di un tavolo dove la vicenda spezzina sia parte delle strategie energetiche nazionali, in modo da superare la sterile contrapposizione politica a livello locale”.
Cgil, Cisl Uil, Filctem, Uiltec e Flaei auspicano infine che ai futuri tavoli sia presente anche Confindustria.